Recensione: “Falce” – un mondo tristemente perfetto
Un mondo in cui la morte naturale è stata debellata è ciò che troverete in “Falce” di Neal Shusterman. Ma chi gestisce, allora, la mortalità umana?
“Non era certo una novità che le persone si facessero in quattro per accontentare una falce in ogni modo possibile. La speranza mescolata alla paura è la motivazione più potente del mondo.”
-“Falce”, Neal Shusterman
Esiste un momento, nelle nostre vite, in cui tutto cambia.
Qualcosa scatta dentro di noi e il mondo che ci circonda sembra acquistare finalmente un senso. È un momento potente, che ci suscita emozioni altrettanto forti. Eppure, nessuno si ricorda mai di lui.
Siamo troppo piccoli quando esso avviene ed è impossibile tenerne memoria; tuttavia, è da lì che tutto ha inizio.
È il momento in cui nasce il nostro primo sogno.
Diventare astronauti, ballerini, scienziati, attori.
Nella mente di un bambino sono mille i possibili desideri che si manifestano e, nella maggior parte dei casi, mutano nel tempo. Altre volte, invece, quel sogno resta ancorato a noi e sappiamo che sarà in sua funzione che compiremo le nostre scelte future. Sappiamo che faremo di tutto per realizzarlo e, soprattutto, ci impegneremo giorno per giorno, perché un’altra cosa di cui siamo ben consci è che il tempo a nostra disposizione è limitato.
Ed è proprio quella limitazione che ci sprona.
Ma cosa accadrebbe, allora, se potessimo vivere in eterno?
Che ne sarebbe dei nostri sogni, della grinta con cui agiamo sapendo di non poter sempre rimandare a domani quello che possiamo fare oggi?
Non rischieremmo forse di cadere in uno stato di noia e intorpidimento dal quale nessun desiderio, nessun fine ultimo potrà smuoverci?
Se state pensando che l’immortalità possa servire per realizzarci in tutto e per tutto, vi sbagliate di grosso. E se non mi credete, immergetevi nel mondo di “Falce” e scoprirete cosa vuol dire vivere senza la paura della morte.
O quasi.
Rowan Damisch, la fetta d’insalata
“Mi ricorda che, nonostante i nostri alti ideali e le numerose precauzioni per proteggere la Compagnia delle falci da corruzione e depravazione, dobbiamo sempre essere vigili, perché il potere viene infettato dall’unica malattia che ci resta ancora: un virus che si chiama natura umana. Temo per la sopravvivenza della nostra specie se un giorno le falci cominciassero ad amare quello che fanno.”
-“Falce”, Neal Shusterman
Nella vita c’è chi nasce bistecca e chi viene relegato a fetta d’insalata.
Rowan Damisch era uno di questi ultimi.
Di famiglie numerose il mondo post mortalità ne era pieno. Era quasi all’ordine del giorno risposarsi subito dopo aver effettuato un processo di ringiovanimento e procreare, andando così a disseminare parenti in ogni parte del globo.
Ma di famiglie come quelle di Rowan non ce n’erano poi così tante. La sua era un’unica, grande famiglia, in cui tutti erano figli dello stesso padre e della stessa madre. Non fratellastri dovuti al secondo o terzo o quarto matrimonio di uno dei due genitori.
Questo faceva di loro un nucleo felice e unito?
Assolutamente no.
Rowan Damisch era una fetta d’insalata, l’abbiamo detto, e come tale passava del tutto inosservato. Persino in casa sua.
Non che fuori le cose gli andassero meglio. A scuola nessuno gli si avvicinava più di tanto e l’unico amico che aveva era Tyger, un giovane di bell’aspetto che aveva iniziato a praticare salti nel vuoto da qualche mese ormai. E non erano salti controllati, con lui legato a qualche corda di sicurezza.
No, no, erano veri e propri salti suicidi. Tuttavia, il mondo in cui lui, Rowan e tutti gli altri esseri umani vivevano non permetteva più a nessuno di morire in modi del genere. I loro corpi glielo impedivano, così come il pronto intervento del “Thunderhead”, che attraverso le sue squadre portava i feriti in centri di riabilitazione con i quali nessuno rischiava più di andare incontro alla morte. E allora a cosa serviva gettarsi da un palazzo?
Beh, naturalmente ad attirare l’attenzione.
Rowan avrebbe potuto seguire l’esempio di Tyger, forse così avrebbe smesso di essere una fetta d’insalata. Forse qualcuno l’avrebbe finalmente notato.
Eppure, il giorno in cui divenne una bistecca arrivò senza che lui andasse a cercarlo. Fu quando assistette in prima persona alla “spigolatura” di un suo compagno di scuola per mano di una falce.
Citra Terranova, la punta di diamante
“Avremmo potuto chiamarci mietitori. Ma i padri fondatori hanno ritenuto opportuno chiamarci falci, perché noi siamo le armi nella mano immortale dell’umanità.”
-“Falce”, Neal Shusterman
Era una giornata tranquilla a casa Terranova, quando il mondo si capovolse.
Citra, una ragazza sveglia e precisa, viveva serena e felice con la sua piccola ma accogliente famiglia. Nonostante le liti con il fratellino Ben fossero all’ordine del giorno, erano pur sempre un segno di affetto e non si evolvevano mai in discussioni drastiche.
Ciò che avvenne di drastico, invece, quel giorno, fu l’arrivo di una falce.
Era incredibile vedere l’effetto che la comparsa di uno di quei Maestri suscitava nei presenti. La prima reazione, fra tutte, era sempre la paura.
Ma di cosa si dovrebbe aver paura in un mondo privo di morte? In un mondo in cui gli esseri umani sono diventati immortali?
Di nulla, salvo che delle falci.
Ebbene sì, perché nonostante la morte fosse stata ufficialmente sconfitta, era impossibile che la Terra riuscisse a contenere tutta la popolazione in continuo aumento che mai si sarebbe arrestata, continuando a prosperare in eterno. Per questo nacque la Compagnia delle Falci.
I membri che ne presero parte divennero coloro che avrebbero mantenuto l’equilibrio sul pianeta. Solo loro avrebbero reciso le vite degli uomini, eliminando la prerogativa che aveva in merito la Natura.
Attraverso le così dette “spigolature”, gli esseri umani non avrebbero rischiato di aumentare fino ad occupare ogni centimetro della Terra, ma sarebbero rimasti sempre entro un numero contenuto. La morte naturale era stata sconfitta, sì, ma non quella in mano delle falci.
Ecco allora che in casa Terranova la paura dilagò quando videro una di esse suonare alla loro porta.
In quel frangente, nella mente di Citra sorse una domanda: era forse giunto il momento di lasciare quel mondo per uno di loro?
“Falce” – un mondo tristemente perfetto
“Il 2024 fu l’anno in cui sconfiggemmo la morte, e anche l’anno in cui smettemmo di contare. Certo, abbiamo continuato a numerare gli anni ancora per alcuni decenni, ma da quando abbiamo conquistato l’immortalità, il tempo che passa ha perso di importanza.”
-“Falce”, Neal Shusterman
Cos’hanno in comune una fetta d’insalata e una punta di diamante?
Apparentemente nulla.
Ma se la prima risulta essere un giovane di nome Rowan Damisch, a cui nessuno presta mai attenzione, e la seconda una ragazza di nome Citra Terranova, le cui doti risaltano sempre agli occhi altrui, allora la risposta diventa semplice.
Ciò che hanno in comune altro non è che l’arrivo di una “falce” nelle loro vite.
Il Venerando Maestro Faraday, uno dei membri della Compagnia delle falci più stimato, decide di prenderli come apprendisti e di insegnare loro i doveri di una falce. La reazione che ottiene da parte dei due è di assoluto sdegno e diniego: chi vorrebbe mai diventare un mietitore di vite?
Ovviamente entrambi sanno che le falci non sono spietate assassine, ma che agiscono per il bene dell’umanità. Sanno che da quando la morte è stata sconfitta e il “Thunderhead” ha iniziato a rispondere brillantemente a tutte le esigenze della popolazione mondiale, permettendole di vivere agiatamente, è nata la necessità di contenere il numero sempre in crescita degli esseri umani. E sanno anche che è stato compito delle falci adempiere a tale necessità.
Eppure, l’idea di togliere una vita, di “spigolare”, fa rivoltare lo stomaco sia a Rowan che a Citra.
No, nessuno dei due desidera diventare una falce. Nessuno dei due sogna di avere tra le mani il destino degli uomini. Ciò dovrebbe scoraggiare il Maestro Faraday?
Assolutamente no, perché la reazione dei due giovani è esattamente quella in cui sperava. Una buona falce non è colei che brama il potere o adora la morte, ma è colei che prova compassione per ogni vita che toglie.
Sarà proprio in virtù di ciò che, alla fine, Rowan e Citra accetteranno di prendere parte all’apprendistato?
Stile di scrittura
Leggere un libro che potenzialmente attira, piace come genere o ispira per le tematiche trattate comporta che la probabilità di restarne soddisfatti sia abbastanza alta. Ovviamente lo stile di scrittura e la scelta con cui l’autore decide di svolgere il tutto incidono notevolmente sull’indice di gradimento e possono anche spingere a dare una valutazione negativa al testo, nonostante le premesse siano ottime.
Ma colpire profondamente un lettore che non ama molto il genere o che non è particolarmente attratto dalla trama è tutt’altra storia. Nel mio caso è avvenuto esattamente questo con “Falce” di Neal Shusterman.
Il distopico, che non mastico molto, e le basi della storia non mi ponevano nella condizione di correre ad acquistare il libro e leggerlo tutto d’un fiato. Tuttavia, nel momento in cui mi sono decisa a dargli un’opportunità e ho iniziato a leggere le prime pagine ho capito che avevo fatto la scelta giusta.
Shusterman racconta una storia dalle meccaniche articolate ma non complesse da afferrare e rendere proprie. Ci pone davanti ad un mondo apparentemente perfetto, in cui la natura non ha più prerogativa sulla mortalità dell’uomo e in cui un sistema chiamato “Thunderhead” soddisfa qualsiasi necessità umana. Sta alla Compagnia delle falci mantenere il tasso demografico entro limiti ottimali, “spigolando” – ossia eliminando – le persone in eccesso.
La maestria e la scorrevolezza con cui l’autore di “Falce” ci descrive tutto ciò fa sì che si resti incollati alle pagine senza la capacità di fermarsi. Ci coinvolge e ci sconvolge, con i diversi colpi di scena che solitamente non si trovano nei primi volumi di saghe o trilogie.
Giunti alla fine della lettura, quello che ci resta è l’immensa voglia di continuare con il secondo volume o, nell’attesa, di rileggere il primo!
Se vi ho incuriosito e desiderate anche voi immergervi in questa nuova avventura, vi consiglio di acquistare una copia cartacea o digitale su Amazon e farmi sapere cosa ne pensate del testo!
Nella sezione “materiale gratuito” del mio sito, invece, potete scaricare l’illustrazione a tema che ho realizzato e utilizzarla come più vi piace per vostro uso personale. Troverete sia un wallpaper per il vostro cellulare che un segnalibro subito pronto da stampare!
Vi basta cliccare qui per ottenere subito il download.
Buona lettura, che la vostra mortalità non risulti essere un limite ma che vi sproni a impegnarvi al massimo per raggiungere i vostri obiettivi.
2 commenti
Zosma
Ho letto questi libri appena uscito e devo dire che secondo me ha dei punti di tutto rispetto, ma altri non mi hanno convinta al cento percento. Ho apprezzato la filosofia con cui tratta il tema della morte e della conoscenza illimitata, ma la trama e i personaggi non mi hanno conquistata. Sono stata un po’ tiepida nella mia reazione. Spero che il secondo mi piaccia di più, anche se il mio timore è che la questione filosofica e scientifica si sia esaurita al primo
damaberkana
Anche a me sono piaciuti molto quegli aspetti! Per quanto riguarda i personaggi invece sono rimasta molto coinvolta da Faraday, Citra e Curie, quindi posso dire di aver apprezzato anche la caratterizzazione. Così come la storia che mi ha presa fino alla fine! Però anche altri la pensano come te, è molto soggettiva come cosa. Io ho letto da poco Thunderhead in anteprima e mi è piaciuto moltissimo, gli aspetti che hai citato diciamo che sono affrontati diversamente ma ci sono.