Recensione: “Harry Potter e la Pietra Filosofale”
Esiste una generazione – quella cresciuta negli anni ’90 – che viene chiamata con il nome di una delle saghe più coinvolgenti ed emozionanti di sempre sui maghi e sulle streghe: la generazione di Harry Potter.
Oggi vi porto a scoprire il primo volume di questa straordinaria serie di libri: “Harry Potter e la Pietra Filosofale“, di J.K.Rowling!
Avete mai provato a fare una magia?
Non mentite dicendo di no. Da bambini, almeno una volta ciascuno, lo abbiamo fatto tutti.
Io, ad esempio, ero sicura di poter controllare il vento.
Fissavo nella mente la “magia” che speravo di ottenere, mi concentravo su di essa e chiudevo gli occhi nella speranza di vederla realizzarsi.
Dal momento che si trattava di manipolare le correnti d’aria vi è facile immaginare quanto fossi convinta di riuscire nell’impresa, dato che anche il più piccolo soffio di vento pensavo fosse generato da me!
Ebbene, col tempo capii che quegli episodi da me ritenuti frutto dei miei poteri non erano stati altro che coincidenze.
Nel mio caso erano state coincidenze, per Harry Potter invece no.
Lui faceva accadere le cose più strane ed inspiegabili, ma lo faceva senza volerlo e senza pensare che dietro di esse si nascondesse qualcosa di sovrannaturale.
Insomma, era l’esatto opposto di me. E come tale c’era anche un’altra cosa in cui risultavamo opposti.
Lui era realmente un mago.
Il bambino che è sopravvissuto
Harry Potter avrebbe potuto essere scambiato per un orfano qualunque.
Uno di quelli che vengono abbandonati sulla soglia della porta dei suoi unici parenti rimasti ad appena un anno d’età. Uno di quegli orfani cresciuti malamente dai suoi tutori, trattato come spazzatura perché non voluto, rivelandosi un peso per la sua nuova “famiglia”.
Harry sarebbe stato semplicemente questo – e i suoi zii, Vernon e Petunia, avrebbero tanto voluto che lo fosse stato – se non avesse dimostrato di essere nato con la magia che gli scorreva nelle vene.
Sì, perché Harry Potter era figlio di due maghi molto noti nel mondo magico, Lily – sorella di Petunia – e James Potter, morti tragicamente per mano del mago più oscuro che la storia della magia potesse ricordare.
Lord Voldemort.
Voldemort – chiamato da tutti “Tu-Sai-Chi” o “Colui che non deve essere nominato” o “Signore Oscuro” – aveva tentato di uccidere anche il piccolo Harry nella notte del 1° Novembre 1981, ma aveva fallito.
Il grande e potente mago oscuro non era riuscito ad uccidere un neonato.
Ma non solo. Subito dopo era scomparso nel nulla, senza lasciar traccia. Come se il suo tentato infanticidio gli si fosse ritorto contro.
Era vivo? Era morto?
Se lo chiedevano in molti, ma senza avere risposte.
Tutto ciò che i maghi sapevano era che Harry Potter – uscito indenne dall’attacco mortale di Voldemort, se non per la presenza di una piccola cicatrice a forma di saetta in fronte – era sopravvissuto. E proprio per questo venne subito identificato come tale.
Tutti si riferivano a lui con un’unica frase.
Il bambino che è sopravvissuto.
Harry era sopravvissuto al tocco di Tu-Sai-Chi, ma sarebbe sopravvissuto ad una vita con i suoi insensibili zii e il suo prepotente cugino Dudley?
Lettere. Centinaia di migliaia di lettere
Non c’era molto da fare nel ripostiglio del sottoscala del numero 4 di Privet Drive, a parte contare il numero di ragni che condividevano il sonno con Harry. Lo spazio buio, angusto e polveroso non permetteva ad un bambino di quasi undici anni di trascorrere ore serene nella propria…camera da letto.
Perciò, Harry preferiva di gran lunga starsene fuori – direte voi.
Beh, l’unica cosa positiva che Harry Potter trovava fuori dal ripostiglio era la luce del sole. Il resto avrebbe voluto evitarlo volentieri.
I suoi zii Babbani – ovvero privi di alcun potere magico – Vernon e Petunia, con il loro insopportabilmente viziato figlioletto Dudley, erano la compagnia peggiore che si potesse desiderare. E non s’impegnavano nemmeno un po’ per rendersi più gradevoli.
Il loro odio e ribrezzo nei confronti della magia era tale da trattare Harry come un servo – o, se possibile, anche peggio – e da non far parola delle origini magiche che il ragazzino deteneva.
Avete capito bene.
Harry Potter, il famosissimo mago che era scampato alla sete di sangue di Lord Voldemort, non sapeva di possedere poteri magici. Non sapeva nulla della sua reale storia.
Non sapeva di essere stato lasciato a casa dei Dursley da Albus Silente – il preside di una delle scuole di magia più rinomate, ovvero Hogwarts – in persona. E non sapeva che a portarlo tra le braccia del preside e della vice Minerva McGranitt era stato Rubeus Hagrid con una moto volante.
Insomma, Harry Potter non sapeva proprio niente e ai suoi zii andava bene così. Se fosse stato per loro le bugie e il silenzio sarebbero andati avanti fino all’ultimo respiro del nipote.
Fortunatamente, però, un bel giorno, iniziarono ad arrivare le lettere.
Erano centinaia di migliaia, tutte indirizzate al signor Harry Potter e recavano un unico, identico messaggio.
SCUOLA DI MAGIA E STREGONERIA DI HOGWARTS
Preside: Albus Silente
(Ordine di Merlino, Prima Classe,
Grande Mago, Stregone Capo, Supremo Pezzo Grosso,
Confed. Internaz. dei Maghi)
Caro signor Potter,
Siamo lieti di informarla che Lei ha diritto a frequentare la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Qui accluso troverà l’elenco di tutti i libri di testo e delle attrezzature necessarie.
L’anno scolastico avrà inizio il 1° settembre. Restiamo in attesa del Suo gufo entro e non oltre il 31 luglio p.v.
Distinti saluti,
Minerva McGranitt
Vicepreside
Nella vita da maghi la noia è bandita!
Chissà come dev’essere passare undici anni della propria vita nella convinzione di essere la persona più anonima e normale del mondo e poi scoprire di essere un celebre mago!
Andatelo a chiedere a Harry Potter, lui saprà rispondervi assolutamente.
Saprà trasmettervi i suoi pensieri, la sua rabbia e la sua incredulità.
Harry saprà farvi arrivare la sua gioia e la sua confusione davanti ad una tale novità.
Ma c’è una cosa che il giovane Potter non sarà in grado di fare. Un’emozione che non sarà in grado di esprimere, perché lui stesso non trova le parole per descriverla.
L’emozione provata nei confronti di un intero e immenso mondo magico che sconosceva e che adesso, pian piano, gli si sta palesando davanti gli occhi.
Diagon Alley, la via degli acquisti magici; la Gringott, una banca inespugnabile – che si dice sia protetta dai draghi! –; il treno conducente ad Hogwarts da prendere al binario 9 ¾; il castello di Hogwarts in tutta la sua maestosità!
Sono questi, e molti altri, i luoghi incredibili che Harry conoscerà lungo il suo cammino per diventare un mago rispettabile e capace.
Ma non trovate anche voi che sarebbe un po’ uno spreco non poter condividere con nessuno le avventure che attendono dietro l’angolo di ognuno di questi posti?
Sarebbe molto più bello – e più facile – se ci fossero degli amici al fianco di Harry Potter!
Per fortuna, J.K. Rowling – la scrittrice di tale fantastica saga – ha fatto sì che di amici – e nemici – al nostro protagonista non mancassero di certo.
I primi in classifica sono sicuramente il simpatico e combina guai Ron Weasley e la saccente ma buona Hermione Granger, incontrati da Harry all’inizio del suo viaggio e divenuti i suoi più grandi e sinceri amici.
Proprio con Ron ed Hermione, il nostro giovane mago verrà a scontrarsi con strani avvenimenti nella scuola di Hogwarts. Avvenimenti che sembrano riguardarlo personalmente e che rischiano di farlo ammazzare – o peggio, espellere, come sostiene la signorina Granger.
Sì, perché per scoprire chi – o cosa – si celi dietro le stranezze iniziate con l’arrivo di Harry al castello, il nostro trio si metterà più volte nei guai e non mancherà di farsi giudicare malamente da uno dei professori più temuti di Hogwarts.
Severus Piton, insegnante di pozioni, nonché direttore della casa storicamente “nemica” di quella alla quale sono stati assegnati i nostri tre amici.
Serpeverde, la prima, Grifondoro, la seconda.
E proprio tra i Serpeverde si trova un ragazzino antipatico e snob di nome Draco Malfoy. Inutile dirvi che lui ed Harry non andranno affatto d’accordo. Ma ci sono altre due case, oltre le già citate, nelle quali il nostro protagonista potrà trovare facce amiche. Ovvero, Tassorosso e Corvonero.
Insomma, la nuova vita di Harry Potter è tutto fuorché noiosa!
Tuttavia, l’assenza di noia è direttamente proporzionale al pericolo che il giovane mago sta per correre.
Un terribile vento di morte inizia ad annebbiare la sua mente.
Un bruttissimo presentimento si fa largo nel suo cuore e una tremenda convinzione prende piede nei suoi pensieri.
Lord Voldemort sta per tornare.
Harry Potter e la Pietra Filosofale – il primo volume di un’avvincente saga fantasy!
Il calderone di Harry Potter ribolle senza sosta.
Un ingrediente dopo l’altro, emette sbuffi e profumi.
Ora il mago aggiunge una bella dose d’avventura, subito accompagnata da qualche goccia di sentimentalismo. Poi versa l’estratto di amicizia e, per errore, vi fa cadere dentro le tremende spine del pericolo!
Certamente ne verrà fuori una pozione curiosa.
Una pozione ricca di colpi di scena, di momenti divertenti e di episodi sconvolgenti.
Un composto magico che altro non è che la meravigliosa saga dei libri di Harry Potter!
Aspettatevi di tutto mentre vi accingete a leggere – e divorare – le pagine de “La pietra filosofale” e delle opere a seguire.
Alla fine vi ritroverete a volerne sempre di più, a sperare di non arrivare mai alla conclusione definitiva della storia. E, soprattutto, a tentare anche voi di fare magie!
Vi ricordo che potete scaricare gratuitamente la mia illustrazione a tema “Harry Potter e la pietra filosofale” dalla sezione materiale gratuito seguendo le istruzioni riportate nella pagina o cliccando qui.
Inoltre, potete acquistare una copia del libro da questo link.
Fatemi sapere cosa ne pensate una volta che lo avete letto!
Dunque, che aspettate?
Prendete in mano la vostra bacchetta, maghi di tutte le età, e immergetevi in questa fantastica lettura!