Il Battito dell’Orologio, recensione libro con rune

Gli uomini lottano sempre contro il Tempo, ma ne “Il Battito dell’Orologio” sarà una battaglia fino all’ultimo ticchettio.
Tic Tac.
Secondi, minuti, ore: ecco cosa segna un orologio. Ovunque, pure a Cambrica. Tuttavia, lì le persone possiedono anche degli Orologi con la O maiuscola che fanno ben più di questo.
Mostrano il tempo che manca all’incontro di due Anime Affini.
Tutti… Tranne quello di Harriet Seward.
Il destino sembra averle giocato un brutto scherzo, associandola a un Orologio rotto, ma Harriet non si lascia comandare da nessuno. Nemmeno da forze superiori… Alle quali – tra l’altro – non crede. No, Harriet ha fede solo nella scienza ed è lì che cerca le risposte al suo problema. Ha deciso, quindi, di diventare Orologiaia – a discapito delle malelingue e della contrarietà della famiglia – per trovare il malfunzionamento del suo Orologio.
Costi quel che costi.
Eppure, quando Harriet si trasferisce in un appartamento dall’inquietante passato, si scontra con un’incredibile verità: il suo non è l’unico Orologio rotto, ne esiste un altro. Uno che, seppur abbandonato e inceppato, conserva ancora l’Anima del suo proprietario al suo interno.
A quel punto, alla ricerca di Harriet si unisce la bramosia di risolvere il mistero. Soprattutto quando uno sconosciuto inizia a popolare i suoi sogni in bianco e nero… E a farla dubitare di tutto ciò a cui aveva sempre creduto.
Associo questo libro alla Runa…

“Il Battito dell’Orologio” è speranza e disillusione. È vetri incrinati e cuori in frantumi.
“Il Battito dell’Orologio” è scricchiolii, sussurri, carezze invisibili. È misteri perduti tra le pieghe del Tempo. Ed è capace di fermare il vostro, per ghermirvi nelle sue pagine e non lasciarvi andare più.
Harriet Seward credeva di avere già tra le mani il mistero più grande da risolvere, ma si sbagliava. In un mondo in cui le persone possiedono Orologi che – oltre a indicare l’ora – segnano quanto tempo manchi all’incontro tra due Anime Affini, Harriet scopre che non solo il suo è rotto. Il nuovo appartamento in cui si è trasferita ne cela un altro, il cui strano funzionamento sembra persino più assurdo del suo.
La ricerca delle risposte, dunque, si è raddoppiata… E con essa, le difficoltà che Harriet dovrà affrontare.
L’opera prima di Marta K. Destler è un mistero che si concretizza, un labile confine tra sogni e realtà. È l’intuizione di Harriet, l’evoluzione interiore di molti personaggi, la potenza dei desideri. È empatia, emozione, disperazione, dolore, paura. In sintesi, è la Runa Laguz.
Quelli che ho elencato, infatti, sono proprio alcuni dei molteplici significati associati a Laguz, che si adattano alla perfezione a “Il Battito dell’Orologio”.
L’autrice, col suo stile scorrevole e coinvolgente, inserisce tutti questi elementi nella narrazione e ce li fa assaporare con maestria. La storia a cui dà vita è originale e particolare, ricca di personaggi sfaccettati con i quali è impossibile non simpatizzare (con chi più, con chi meno, ovviamente). L’unico intoppo che si può trovare, a parer mio, è legato alla gestione dei colpi di scena. Sono pochi quelli che arrivano come uno schiaffo – nello stesso momento – tanto ai lettori quanto ai personaggi. Per gli altri, l’autrice semina correttamente gli indizi che aiutano il lettore a svelarli, ma lo fa con tempistiche diverse rispetto ai personaggi. Per cui, quando questi ultimi restano sconvolti per la scoperta, il lettore l’ha già assimilata da tempo.
Nonostante questo aspetto, ci troviamo di fronte a un esordio coi fiocchi, di alto livello e ben riuscito. Alla fine della lettura, infatti, sentiamo che il libro ci ha lasciato qualcosa dentro e che non cadrà nel dimenticatoio come tanti altri!
Se le mie parole ti hanno incuriosito, ti invito ad acquistare una copia di “Il Battito dell’Orologio” su Amazon e scoprire anche tu il mondo che racchiude!
Buona lettura, che tu possa sempre avere la forza di lottare per ciò che desideri.

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