Il creatore di ombre, recensione libro con rune
Il mistero avvolge il passato e l’oscurità minaccia il futuro, ne “Il creatore di ombre”.
Sogni che si materializzano, torture psicologiche e fisiche per arrestarli, un breve periodo di pace e poi la disfatta finale in un’inquietante isola. Questa è stata la vita di Jay. O almeno così aveva creduto.
Jay si è risvegliato in ospedale dopo undici anni di coma. Tutta la vita che pensava di aver vissuto altro non era che il lungo sogno che lo aveva accompagnato durante la sua assenza dal mondo. L’unico vero aspetto di quanto ricordava, purtroppo, era la sua permanenza al Sanatorium. È stato a causa degli esperimenti lì condotti su di lui che è entrato in coma. Adesso deve reintegrarsi in un presente che non riconosce più, ma per fortuna non è solo: Laura e Lorenzo sono al suo fianco.
Un’altra vittima delle torture del famigerato Dottor Mësmo è Lana, adottata da Virgilio e tenuta lontana dal suo passato. Strani poteri sembrano muoversi dentro di lei e vogliono uscire allo scoperto. Ma sono reali o solo frutto di suggestioni? Perché se Lana ha davvero le capacità di cui l’enigmatico e malvagio Rio vuole impossessarsi, allora significa che il potere di Jay di materializzare i sogni potrebbe essere vero.
Difatti, se più persone dimostrano innate capacità, chi dice che Jay non rientri tra queste?
La domanda più urgente, allora, diventa: quanto, del suo finto passato, è invece reale? E come ha fatto a esserlo, se Jay è stato undici anni in coma? Infine, cosa lega i dubbi di Jay col passato nebuloso di Lana e la caccia di Rio?
La risposta si cela nelle ombre.
Associo questo libro alla Runa…
“Il creatore di ombre” è dubbi e misteri, persi nello spazio e nel tempo. È persone piegate, ma non ancora spezzate. È vita e morte, gioia e dolore.
“Il creatore di ombre” è un circolo vizioso, in cui – alla fine – tutto torna lì. Al Sanatorium.
Dopo undici anni di coma, Jay si risveglia e scopre che la vita che credeva di aver vissuto è stata solo un lungo sogno. Le torture che da bambino gli sono state inflitte dal Dottor Mësmo, al Sanatorium, lo hanno ridotto in quello stato e solo adesso è tornato ad averne coscienza. Il potere di Jay di materializzare i sogni? Pura fantasia.
O forse no.
Lana è reduce dei terrori del Sanatorium, proprio come Jay, ma lei sembra davvero avere strani poteri. Per cui, dove si cela la verità? Molto probabilmente, tra le ombre che l’inquietante Rio è in grado di manipolare. Ombre che, insieme ai misteri, alla speranza di guarigione, ai sogni, alla disperazione e al dolore mi hanno condotta ad associare la Runa Laguz a questo libro.
Nelle vicende de “Il creatore di ombre”, infatti, c’è tutto questo e molto di più. Ci sono salti nel tempo e nello spazio. Lotte interiori e sacrifici per raggiungere scopi più grandi. Ci sono innumerevoli personaggi, coi loro rispettivi POV e le loro storie. Singole ma al contempo fittamente intrecciate tra loro. E l’insieme di tutti questi ingredienti genera l’intrigante trama del volume. Ricca di colpi di scena totalmente inaspettati, incuriosisce. Tuttavia, questa molteplicità di punti di vista e di balzi spazio-temporali concorre a rendere la lettura un po’ confusionaria.
Lo stile di scrittura di Luca Scopitteri non è complicato o arzigogolato, eppure in qualche passaggio non è del tutto chiaro. Questo, unito al problema prima citato, fa sì che la storia non raggiunga il suo pieno potenziale e non si resti del tutto soddisfatti. Nonostante ciò, l’autore è già all’opera per revisionarla, in vista del terzo e ultimo volume!
Se le mie parole ti hanno incuriosito, ti invito ad acquistare comunque una copia di “Il creatore di ombre” su Amazon. Oppure attendi l’uscita delle versioni aggiornate dei primi due volumi!
Buona lettura, ricorda che sono le tue scelte a dar forma al tuo Destino, non il contrario.