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Recensione: “Portami dove non serve sognare”

Portami dove non serve sognare - Illustrazione

Così come quando cogliete un bel fiore e ne odorate il dolce profumo, allo stesso modo inebriatevi dell’aroma delle pagine di “Portami dove non serve sognare“, un romanzo rosa di Jennifer Sorgia!


“Io e mia sorella ci confidavamo sempre l’una con l’altra: per ogni cosa lei c’era e non mi lasciava mai sola.
Quando, però, accadde che mi abbandonò, fu per sempre.
La colpa era solo mia.”

– “Portami dove non serve sognare”;  Jennifer Sorgia.


Non è vero che dire a qualcuno “mi dispiace” è difficile.


Tanto spesso affermiamo che gli uomini non siano in grado di dire quella frase, perché essa implica una resa nei confronti di una determinata situazione da parte di chi la pronuncia.
Eppure è falso.
Il difficile, infatti, non è dirlo, ma è sentirlo realmente.


Quando una persona che conosciamo perde qualcuno a lei caro, possiamo dire che ci dispiace, ma lo crediamo davvero?
Lo sentiamo nel cuore o si tratta solo di una frase di circostanza?
Ciò che è certo, è che Flor non aveva ricevuto il conforto da parte di nessuno.
Nessuno si era preso la briga di chiederle come stava, cosa provava o semplicemente dirle che gli dispiaceva per com’erano andate le cose.
Nessun “mi dispiace”, vero o falso che fosse.


E così, Flor aveva deciso di chiudersi in una casetta di montagna con il suo dolore, lontano da tutti.
Che senso aveva restare in un posto pieno di gente ma vuoto di affetti?
L’unico affetto sincero di cui le importava era quello di sua sorella Theodora, l’unica persona con cui condivideva tutto.
Con la quale condivideva un sogno.
Ma da quando Theodora aveva perso la vita, Flor non solo aveva perso quel sogno, ma li aveva persi tutti.
I suoi non erano più sogni, ma incubi.
Ed è per questo che in “Portami dove non serve sognare” Flor dovrà affrontare un’ardua sfida con se stessa prima di poter tornare a sperare di nuovo.

Flor, un fiore privo della sua metà

Composizione con pianta finta
Flor vedeva il mondo sbocciare intorno a lei, mentre la propria essenza avvizziva sempre più.

«Cosa vuoi fare da grande?»


Ci sono infinite risposte a questa domanda.
C’è chi sogna di fare l’astronauta e di osservare le stelle da vicino; c’è chi ama l’avventura e pensa che l’archeologia sia la sua strada; c’è chi desidera aiutare gli altri e attraverso la medicina è certo di poterlo fare. Poi c’è chi vuol essere avvocato, ingegnere, ambasciatore, ballerino.
Ma a quanti bambini si sente dire di voler essere un fioraio?


Eppure, a pensarci bene, deve essere proprio un bel mestiere.


Passare intere giornate circondati da fiori di tutte le specie, grandezze, colori e profumi. Accarezzarli, curarli, ascoltarli.
Avere la responsabilità di consigliare il fiore giusto alla persona giusta, per non rischiare di trasmettere un messaggio errato a chi lo riceverà. Diventare, dunque, messaggeri d’amore.
Sì, perché regalare un fiore è certamente un gesto d’amore.
E sta all’abile fioraio sceglierne uno che vada bene per l’amore tra amici, tra amanti, tra madre e figlio.
Tra sorelle.


Per qualcuno, invece, un fiore è soltanto un fiore e niente più.
Riceverlo o meno, non fa la differenza.
Quanti mazzi di fiori vengono gettati nell’immondizia, in effetti?


Ed è lì – proprio lì – in mezzo alla spazzatura, che Flor sente di trovarsi ormai da tempo.
Si sente un fiore spezzato, separato dalla sua metà.
Da sua sorella.


Theodora era il fiore più bello tra le due – crede Flor –  e in quanto tale sarebbe stata la fioraia perfetta.
In simbiosi con la natura che l’avrebbe circondata ogni giorno, Theodora avrebbe accolto ogni cliente con uno splendido sorriso sul volto e sarebbe stata in grado di soddisfare ogni esigenza.
Sicuramente, prima o poi, qualcuno avrebbe chiesto lei tra i fiori a disposizione.
E cosa avrebbe risposto Theodora?
Flor non lo avrebbe mai saputo.


Ormai quel sogno era andato in frantumi, come la sua vita, e così come un fiore strappato dal terreno prima o poi marcisce, Flor era certa che da un giorno all’altro sarebbe accaduto anche a lei.
Si sentiva avvizzire sempre più, annerirsi e chiudersi in se stessa.
Ben presto i suoi petali avrebbero perso del tutto il loro colore e, alla fine, sarebbero caduti.


Ma cosa sarebbe accaduto, invece, se un bel giorno un giovane giardiniere si fosse presentato alla sua porta?
Sarebbe stato in grado di far tornare quel fiore a nuova vita?

Denton, un uomo dalle mille risorse

La montagna era sicuramente un bel posto, ma non il suo.


Denton era più un tipo da città, nonostante non disprezzasse affatto la pace dei paesini immersi nel verde.
Erano belli, rilassanti e lontani dal caos delle metropoli.
Dei piccoli paradisi, insomma.


E, di certo, quello in cui si trovava in quel momento era sicuramente il Paradiso.
Non tanto per la sua conformazione, le sue casette o il suo clima.
Ma per le persone.
O meglio, per una persona.


Per essere più precisi, per la donna che aveva appena trovato dietro la porta del suo prossimo datore di lavoro.
Era dunque di quell’incantevole donna il giardino che avrebbe dovuto curare?
Non avrebbe potuto sperare di meglio!


E, infatti, non era il meglio ciò che ricevette.
No, perché non era Flor la donna per cui avrebbe lavorato. Non era la sua la porta giusta alla quale aveva bussato.
Era la casa accanto quella che ospitava la sua vera datrice di lavoro, una donna arcigna e tutt’altro che allettante. La classica pettegola del paese.


Tuttavia, quell’errore si era rivelato essere una vera manna dal cielo!
Sapere che la vicina della sgradevole datrice era una donna tanto bella e intrigante, avrebbe reso le sue giornate più leggere.
In più, grazie alla sua svista, Denton aveva potuto conoscere Flor personalmente e non limitarsi a scorgerla da lontano in una delle mattine successive.


Forse, in questo modo, avrebbe potuto avere un’opportunità con lei.
Ma come avrebbe fatto ad avvicinarla in modo naturale?


Il destino era già all’opera per far sì che ciò avvenisse.

“Portami dove non serve sognare” – un romanzo leggero e scorrevole che sa emozionare

Romanzo rosa di Jennifer Sorgia
“Portami dove non serve sognare” di Jennifer Sorgia in formato e-book.

«Bella la frase che c’è incisa qui» mi disse indicandomi il punto preciso della bici.
«Non sono difettosa, funziono perfettamente solo nelle mani opportune» lessi io, non l’avevo mai notata prima di allora.

– “Portami dove non serve sognare”; Jennifer Sorgia.


In molti ci sentiamo sbagliati.


Pensiamo di essere inadeguati, incompresi, difettosi. Ci sentiamo fuori posto e in costante errore agli occhi degli altri.
Ma, spesso, siamo solo nelle mani sbagliate.


Siamo solamente circondati da chi non riesce ad apprezzarci realmente, da chi non riesce a vedere nelle nostre molteplici sfumature non confusione ma armonia.
La gente che ci ama per ciò che siamo esiste, basta solo trovarla.


Potrà non essere un’impresa facile, ma ne varrà sicuramente la pena.
La gioia e la soddisfazione che si prova quando ci si sente finalmente compresi non ha prezzo. Non c’è lacrima che tenga, difronte a ciò.
E, ben presto, Flor se ne sarebbe resa conto.


Un amore perduto può fare male, molto male.
Può sembrarci impossibile tornare a respirare di nuovo, senza di esso.
Possiamo credere che la vita finisca con lui e che le giornate diventino tutte grigie in sua assenza.
Ma la cosa bella dell’amore è che è infinito.


L’amore può sempre tornare, anche in forma diversa.
L’amore è così grande da riuscire ad inglobare tutti, anche coloro che pensano di esserne esuli ormai.
Ed è l’amore a trovare altro amore, anche nei cuori di chi crede di averlo perso per sempre.
Per questo, Flor non potrà opporsi all’inevitabile.


Lui è lì – l’amore – e la sta aspettando a braccia aperte.


E voi vi rispecchiate un po’ nelle sofferenze della nostra Flor?
Quante volte vi siete ritrovati al posto di Denton, inconsapevoli di scontrarvi contro un muro che impedisce il passaggio dell’amore?
Quante storie avete vissuto come quella dei protagonisti di “Portami dove non serve sognare” di Jennifer Sorgia?


Non potrete saperlo se non andate a leggere l’opera completa!
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Non perdete altro tempo, dunque, e una volta letto il libro fatemi sapere cosa ne pensate!


Buona lettura, che il profumo dei fiori possa accompagnarvi in questa dolce avventura.