Recensione: “Raines Quest – I signori delle ombre”
Primo volume di una saga in stile Sword&Sorcery, “Raines Quest – I signori delle ombre” di Simone Giusti vi attende!
“Piazze e scale e finestre a non finire. Vicoli e viuzze tra muri color terra tutti uguali. Tra fontane e locande e piazzette storte e palme nane sciamavano tipacci scalzi con braghe gonfie e colorate, e petti nudi e turbanti e scimitarre nelle fasce piene di gemme e monete. Le barbette ispide e nere, gli occhi fondi e scaltri, la pelle rugosa macchiata dal sole. Quella era Djerba, roccaforte pirata.”
-“Raines Quest” – I signori delle ombre; Simone Giusti.
Veleggiare sui mari, col vento sulla faccia e la salsedine nell’aria, fa sgorgare dal petto un grido di libertà. È forte, incontenibile, quasi primordiale. Rinvigorisce e scalda il cuore anche nelle notti più fredde.
Quel senso d’indipendenza, di totale rottura con le catene della società, muove lo spirito di molti uomini. Senza terra d’appartenenza, solcano alacremente l’oceano e si godono la vita. E quando saltano giù dalle loro navi, quando calpestano il suolo erboso, scattano alla ricerca di fortuna e avventura.
Ma dietro ogni avventura si celano grandi pericoli.
In un mondo in cui potenti stregoni, inquietanti maledizioni e raccapriccianti creature sono lungi dall’essere mere leggende, la vita di un avventuriero non è semplice. Imbattersi in essi è più facile di quanto si pensi e se non si è preparati si rischia di affondare, con lo scafo e con il corpo.
Davanti a tante sfide, è logico domandarsi se ne valga la pena. Chiedersi se una vita tranquilla, serena e pacata possa essere migliore di una in cui si rischia di non arrivare all’indomani. Ma la mente di un avventuriero non è fatta per seguire la ragione.
Lo spirito di uomini del genere è fatto per sentire il sangue pompare forte nelle vene, è fatto per percepire il calore invadere ogni fibra del corpo durante uno scontro. Non è fatto per dolci sogni o per languidi riposi. Esso è composto da spade e magia, da scudi e incantesimi. E solo in mezzo alla calca, solo dentro battaglie feroci e di fronte tesori incredibili, l’animo di un avventuriero arde e brucia vitalità.
Ne volete una dimostrazione?
Venite a conoscere “Raines Quest” e allora concorderete con me!
Raines, il capitano beffardo
“In un tempo dominato da guerra e corruzione, in cui stregoni varcavano i sigilli del creato, un uomo sfidò i pilastri del cielo. Il suo nome è Raines!”
-“Raines Quest” – I signori delle ombre; Simone Giusti.
Sacco di Roma, 1527.
Una bandiera di mercenari prende parte alla storica giornata, inimicandosi le forze papali. Essa è guidata da un uomo beffardo, abile spadaccino e incredibile pistoliere. Un uomo che ride in faccia al destino, che sfida non solo qualsiasi nemico mortale ma anche qualsivoglia stregoneria. Amato e odiato dalle donne, cercato in lungo e in largo dagli uomini per distruggerlo, lui è Raines.
Capitano doppiosoldo, viaggia costantemente alla ricerca di sostanziosi bottini. Se gli viene offerto un lavoro dalla paga allettante, si fionda nell’impresa senza pensarci due volte. Non importa quanto essa sarà rischiosa, quante creature malefiche incontrerà e quanti eserciti dovrà affrontare. Per Raines non c’è sfida impossibile, non c’è nemico imbattibile. E, soprattutto, non c’è fanciulla non conquistabile.
Da quando il papa gli ha messo alle costole spietati assassini, però, la situazione si è leggermente complicata. Ai normali pericoli in cui si imbatte durante le missioni che gli vengono affidate – sempre per cifre esorbitanti, s’intende – si sono infatti aggiunti quei fastidiosi inseguitori. Ma ciò non fa che rendere più interessante la vita di quel brigante. Una vita spericolata, elettrizzante, adrenalinica. Una vita in cui nessun ostacolo sembra troppo alto da sormontare. E non solo grazie alle abilità di Raines, ma anche grazie alla presenza di insostituibili, quanto singolari, compagni.
Grugno, Cuoio e Bombarda: compagni perfetti per un brigante irriverente
“«[…] Qualcosa di maligno si aggira per Narni ogni notte da quando la rocca è stata saccheggiata… […] E i cittadini di Narni sono stanchi di vivere nel terrore.»
«Di che terrore parli.»
«Una creatura.»”
-“Raines Quest” – I signori delle ombre; Simone Giusti.
Un tiratore scelto, che non molla mai il suo archibugio, un silenzioso spadaccino, dalla fede intaccabile, e un capitano pirata senza paura. Sono Grugno, Cuoio e Bombarda, gli inseparabili compagni di Raines e sono pronti a tutto pur di seguire il richiamo dell’avventura.
Dai caratteri ben diversi e dalle abilità più disparate, quei tre hanno combattuto al fianco di Raines in tempi e luoghi diversi, ma tutti hanno finito per compiere la stessa scelta: restare al suo fianco. Nonostante ciò implichi il gettarsi addosso la rabbia e la vendetta dei nemici del loro capitano, nessuno ha intenzione di lasciarlo. Le imprese che si prospettano all’orizzonte di quel brigante irriverente sono troppo allettanti per lasciarsele scappare.
Eppure, non tutti reagiscono allo stesso modo davanti al pericolo. Chi, come Cuoio, recita preghiere e si affida a Dio, è ben diverso da figure come Bombarda, la cui libertà è solo frutto delle sue azioni e non dipende da un essere superiore. Se si prende ad esempio un credulone come Grugno, invece, è facile immaginarsi la sua paura davanti alle storie sui mostri o sugli stregoni.
Ma è dalla diversità che nasce la forza. È dall’unione di persone tanto lontane le une dalle altre, ma al contempo tanto vicine, che quando il gioco si fa duro non si scappa spaventati. Al contrario, si alza la testa, si tirano fuori le armi e… si parte all’avventura!
“Raines Quest – I signori delle ombre”, un’avventura Sword&Sorcery
“Il Visir spalancò le braccia e urlò. La bestia gobba, bavosa e nero lo copiò. Il suo ruggito agghiacciava. Era come un’immagine di lui che rifletteva il mondo di tenebre e oscurità. Uno il dio, l’altro il burattino.”
-“Raines Quest” – I signori delle ombre; Simone Giusti.
Pesci d’ogni taglia, immensi mammiferi e creature oceaniche con denti affilati non sono tutto ciò che popola il mare. Pericoli nascosti e inquietanti insidie si annidano tra gli scogli, sotto la sabbia e nei lugubri abissi. Ma anche lassù, nella volta celeste, gli artigli si affilano e le zanne si preparano a colpire.
Si tratta di zanne animalesche?
No, sfortunatamente si tratta di zanne umane.
O quasi.
Raines e la sua inseparabile brigata solcano l’oceano per riportare Jasmine, la favorita del Sultano, a Rodolfo, ricco mercante veneziano. Il Gran Visir, però, non è affatto intenzionato a lasciarli scappare. Ecco che si riversano su di loro nemici impensabili e orribili spettri, pronti a squarciare le loro gole. Ma il beffardo capitano e i suoi compagni non sono prede facili.
Cuoio, Grugno e Bombarda, alti e magri, tozzi, tarchiati, i membri della ciurma di Raines sono abili con le armi e sono avvezzi a sfide ben più ardue. Hanno lottato al suo fianco contro eserciti e sono pronti a farlo ancora. Che si tratti di eserciti umani o meno.
Perché se c’è una cosa più del denaro a cui mirano, se c’è una cosa che niente e nessuno potrà mai togliere loro, quella è la libertà. E faranno qualsiasi cosa pur di tenersela stretta.
Persino sfidare potenti stregoni e le loro malie.
Stile di scrittura
Pirati irriverenti, immani tesori, affascinanti fanciulle e terribili incantatori. “Raines Quest” è una variegata miscela di elementi avventurosi che non lasceranno indifferente gli amanti del genere. Condita da ardue imprese e personaggi con cui è impossibile non simpatizzare, l’opera scorre veloce tra le mani del lettore. Dal ritmo incalzante e divertente, appassiona e coinvolge, lasciandosi divorare in un sol boccone.
Grazie alle tavole illustrate dei protagonisti e ai disegni presenti all’interno del libro, è facile immergersi e immedesimarsi. Lo stile di scrittura per nulla noioso e altamente simpatico, poi, concorre a rendere il testo ancora più gradevole e a desiderare di continuare ancora e ancora le avventure insieme a Raines e ai suoi compagni. Avventure che, invece, finiscono troppo presto.
Il punto debole dell’opera, infatti, risulta essere proprio legato a ciò. Nonostante ci troviamo davanti a tre racconti e non a un’unica trama generale, la sensazione che tutto si risolva troppo velocemente l’ho avvertita sin da subito. Proprio per via della bellezza delle storie e dei personaggi, è un peccato che il tutto termini proprio sul più bello per passare alla storia successiva. L’ultima delle tre vicende, però, si conclude lasciando presagire che ci sarà un seguito, in cui mi auguro di trovare più spazio per ciascun avvenimento così da poterne godere a pieno!
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Buona lettura, che i vostri cuori impavidi possano sempre sostenervi per affrontare le sfide della vita!