Recensione: “La memoria di Babel” di Christelle Dabos
Le Arche nel mondo ideato dalla Dabos sono tante e quella che vi aspetta ne “La memoria di Babel” vi lascerà senza fiato!
“«Sì, probabilmente è ciò che ha pensato miss Silence subito prima di morire. Ho appena avuto il tempo di vedere il corpo. Soprattutto la faccia. Non pensavo che una caduta potesse lasciarti un’espressione simile».
«Che espressione?» mormorò Ofelia.
«Di terrore assoluto».”
-“La memoria di Babel”; Christelle Dabos.
Nascondere un segreto non è sempre facile.
Che sia a fin di bene o che sia per cattive intenzioni, potrebbe venire a galla quando meno si sospetti.
E allora si ricorre a ogni possibile strategia, ogni sotterfugio ed espediente per far sì che il nostro segreto resti ben celato. Talvolta, si gioca d’astuzia, intessendo trame in cui non ci sia nemmeno una falla che lasci scoperto ciò che vogliamo occultare. O si usa la forza, mettendo fisicamente a tacere color che potrebbero rivelare la verità.
Altre volte, invece, si ricorre a una scelta posta esattamente a metà fra le due. Una che al posto delle persone, sopprima le parole. Una meno dolorosa nel corpo, ma decisamente più dilaniante nell’anima.
La censura.
L’espressione più alta di libertà, quella che permette di far valere le proprie idee e opinioni, viene schiacciata, ridotta a brandelli, legata e gettata nel più profondo degli abissi. Con l’occhio della censura che controlla ogni sillaba, ogni termine pronunciato, tutto viene meno.
Ma cosa succede a coloro che trasgrediscono la legge?
Che fine fa colui che tanto si avvicina a quel segreto che andava nascosto?
Ne “La memoria di Babel” in molti lo avrebbero ben presto sperimentato sulla propria pelle.
L’Arca di Helena e Polluce
“Aveva letto sui libri che Babel era suddivisa in varie arche minori, ma non era preparata allo spettacolo che le si apriva davanti agli occhi. Una moltitudine di isolotti galleggianti era immersa in un mare di nuvole bianchissime, alcuni abbastanza grandi da accogliere una città, altri con appena lo spazio per costruirvi una casa.”
-“La memoria di Babel”; Christelle Dabos.
In un mondo Lacerato, in cui blocchi di terra galleggiano nel firmamento, non si sa mai a cosa si va incontro quando ci si sposta da un’Arca all’altra.
Eppure Ofelia, dopo aver lasciato Anima e aver vissuto diverso tempo al Polo, era certa che nulla più l’avrebbe stupita.
Nonostante Babel fosse rinomata per la sua stravaganza e per la diversità rispetto a tante altre Arche, la piccola di Artemide credeva di essere preparata per qualsiasi cosa l’attendesse lì, che si trattasse di una costruzione o del modo di vivere dei babeliani.
Tuttavia, non appena Ofelia mise piede sul nuovo territorio che avrebbe ben presto esplorato, capì che non avrebbe potuto sbagliarsi di più.
L’Arca degli Spiriti di famiglia gemelli, Helena e Polluce, era talmente bizzarra, ricca di infinite specie di flora e fauna, caotica eppure perfettamente controllata, che la testa della lettrice di Anima ci mise un po’ prima di smettere di girare. C’erano così tante novità, informazioni e regole da seguire, che quasi Ofelia dimenticò il motivo per cui si era recata lì.
Ma quando il Memoriale di Babel le si palesò dinnanzi, immenso e ricco di storia, tutto il resto si dissolse. Stupore, confusione, stizza, paura. Tutto cacciato via, per lasciare posto solo ad un dolcissimo sapore di vittoria sulle labbra.
Ciò che Ofelia stava cercando doveva sicuramente trovarsi lì dentro.
Il mistero di E.D.
“«Stai attenta all’altro. Non è come quei fottuti ragazzini, quello lì».
«Quale altro?» chiedeva Ofelia.
«Se cerchi E.D., l’altro ti troverà.»
-“La memoria di Babel”; Christelle Dabos.
Ormai, la vita di Ofelia sembra essere costellata solo e soltanto da misteri.
Misteri sui sogni che fa, sul motivo per cui era stata scelta proprio lei per il matrimonio con Thorn, sugl’inquietanti Libri posseduti da ogni Spirito di famiglia.
E quando la piccola di Artemide giunge su Babel per dissiparne alcuni, ecco che se ne formano molti altri in più. L’intera Arca di Helena e Polluce è lastricata su misteri e segreti. A partire dall’organizzazione sociale, dalle singolari figure che s’incontrano, fino ad arrivare alle due accademie gestite proprio dagli Spiriti di famiglia gemelli.
Tuttavia, il mistero più grande, quello che sta seminando persino la morte sulle isole fluttuanti che compongono l’Arca, è quello su E.D.
Apparentemente un anonimo scrittore di libri per bambini, i cui testi risalgono ai primi tempi dopo la Lacerazione, sembra celare molto più di quanto si creda. E dato che Ofelia non sa mai tenersi troppo lontana dai pericoli, ecco che inizia ad indagare sul suo conto.
Quale sarà il suo segreto?
“La memoria di Babel” – tra menzogne e segreti
“«Il Memoriale di Babel» disse Ambroise. «È il nostro monumento più antico, di cui una metà risale al vecchio mondo. Si dice che vi sia conservata tutta la memoria dell’umanità».
-“La memoria di Babel”; Christelle Dabos.
Due divinità gemelle, due accademie, due facce della stessa medaglia.
Sull’Arca di Babel la realtà ha un doppio volto.
Da un lato, ricchezza e nobiltà, dall’altro emarginati e persone ritenute inferiori. Sono aspetti contrastanti, eppure a una prima occhiata non si notano nemmeno. Tale è l’organizzazione dell’Arca di Helena e Polluce che uno straniero non si rende conto di ciò che accade al di là della facciata di un luogo in perfetto ordine e controllo.
Ma basta andare oltre le apparenze, insidiarsi più infondo e avvicinarsi alla vera vita di Babel per capire quanti misteri, menzogne e segreti si celino tra gli spessi banchi di nuvole che di tanto in tanto sommergono le isole che compongono l’Arca.
Giunta lì alla ricerca di qualcosa – e di qualcuno – di estrema importanza, Ofelia ci mette poco a scoprire di che pasta è fatta Babel.
Se la corte del Polo l’aveva temprata e formata, l’accademia di Helena sarà pronta a mettere in discussione lo spirito forte e indistruttibile che la piccola di Artemide credeva di aver sviluppato. Vacillerà e si troverà più volte a dubitare di se stessa e delle proprie capacità, anche quelle che pensava non avrebbe mai potuto mettere in discussione.
Come il suo stesso potere di lettrice.
Eppure, non saranno quelli gli unici problemi che Ofelia dovrà affrontare. Un mistero ben più grande si nasconde dietro l’angolo, pronto per rivelarsi e scuotere le fondamenta fino a farle crollare. Un enigma arduo e pericoloso, che cela il suo nome dietro due semplici lettere.
E.D.
Stile di scrittura
Se con “Fidanzati dell’Inverno” veniamo introdotti in un mondo nuovo in cui tutto appare ostile, e con “Gli Scomparsi di Chiardiluna” il colpevole sembra essere chiunque ci circondi, ne “La memoria di Babel” un temibile nemico semina terrore sui nostri passi.
Christelle Dabos ci presenta un terzo volume ricchissimo di eventi, nuovi personaggi e importanti evoluzioni ai fini della storia, il tutto condito con un senso di minaccia che aleggia nell’aria che il lettore non riesce a scrollarsi di dosso nemmeno nei momenti apparentemente tranquilli. L’abilità dell’autrice, infatti, resta sempre quella di farci immedesimare così tanto in Ofelia da provare un senso di inquietudine costante, anche quando tutto sembra scorrere per il verso giusto.
La crescita delle figure che conosciamo già continua, seguendo un percorso naturale e per nulla forzato. In questo modo, quando la situazione richiede a un personaggio di agire in maniera diversa dal suo solito, non storciamo affatto il naso. Ci appassioniamo ancora di più e ci chiediamo fino a che punto quell’individuo possa spingersi pur di uscire fuori dall’intricata storia che la Dabos ha intessuto per lui!
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Buona lettura, che nessuno metta mai a tacere la libertà della vostra voce.