Recensione: “L’ultima creatura – Regni distrutti” – review party
Una specie in via d’estinzione, un tremendo tiranno: “L’ultima creatura – Regni distrutti” di Erica Prontera, edito Elpìs Editrice, non aspetta che voi!
“«Io scappo da tutta la vita, Pasiox. Scappo da me stessa. Scappo dalla creatura che cresce dentro di me e che prima o poi mi divorerà. Scappo dal mio passato e dalla morte di mia mamma.» Mi fermai perché non avevo più fiato. Strinsi con più forza il tablet e i tremiti mi scossero. «Scappo perché non so fare altro.»”
-“L’ultima creatura – Regni distrutti”; Erica Prontera.
Zanne affilate, quattro braccia, una lingua biforcuta.
Spesso non serve possedere tutte queste caratteristiche per essere definiti “mostri”. Basta semplicemente essere diversi dagli altri.
L’uomo crede da sempre di essere la specie dominante, quella forte, sicura e vittoriosa. Eppure, forse, non c’è creatura più timorosa di lui. Per sentirsi protetto, infatti, sente il bisogno di avere tutto sotto controllo, di conoscere ogni cosa intorno a lui e, soprattutto, di schematizzare ciò con cui viene a contatto. Nel momento in cui qualcosa devia da quegli schemi, ecco che suona un campanello d’allarme.
Il mostro è arrivato.
Un comportamento differente, un’ideologia che non combacia con la sua, una predisposizione diversa da quella a cui l’uomo medio è abituato, sono gli ingredienti perfetti per far sgorgare la paura. A nulla valgono i ragionamenti logici, a niente servono le spiegazioni pacate.
Se l’uomo si spaventa, colpisce.
E non smetterà di farlo. Non fino quando non avrà eliminato fino all’ultima particella ciò che gli ha instillato il terrore.
Ma cosa accade se alla paura del diverso si uniscono davvero artigli affilati, squame appuntite e pericolosi poteri?
Se già senza di essi l’uomo non tollera la presenza di qualcuno differente da lui, credete che si fermerà a cercare di capire se quella creatura è buona o malvagia?
Probabilmente no. Anche se si tratterà de “L’ultima creatura” rimasta della sua specie, lui non farà eccezione.
Anzi, colpirà più forte che mai.
Lenora e la sua gabbia dorata
“La campanella suonò e la classe si svuotò velocemente. Io restai seduta, immobile, a guardare l’aula. Adesso era vuota come la mia vita.”
-“L’ultima creatura – Regni distrutti”; Erica Prontera.
Non esiste età per sognare. Grandi, piccini, anziani. Tutti possono farlo.
Tutti, tranne Lenora.
Costretta a lasciare il suo pianeta natio per recarsi nell’ultimo mondo della galassia in cui avrebbe voluto sostare, la giovane dice addio a qualsiasi speranza di pace. Dopo l’uccisione della madre, la tristezza aveva ammantato i suoi giorni, ma almeno poteva godere della serenità della propria casa e dei membri restanti della sua famiglia.
Su R14, invece, si trova rinchiusa in una gabbia dorata.
Nonostante si sia trasferita su quel pianeta insieme al padre, la tranquillità è lungi dal farle compagnia. Lui è stato assoldato da re Elras come membro della sua guardia reale e, per tanto, dovrà vivere a palazzo insieme a sua figlia. Questo, agli occhi di tutti, la rende una privilegiata. Una ragazza fortunata.
Ma Lenora sa bene quale sia il reale motivo per cui è stata chiamata anche lei su R14.
Un motivo legato alla sua vera natura.
Jannik, tra dovere e libertà
“Mentre tornavamo a palazzo, mi ritrovai a invidiarlo. Lui poteva scappare, avere una possibilità. Essere libero. Io invece no. Vivevo dentro un castello agognato da tutti, eppure in quel luogo a me mancava continuamente il fiato. Era come essere chiusa in gabbia.”
-“L’ultima creatura – Regni distrutti”; Erica Prontera.
La vita a palazzo rispecchia chiaramente il detto “non è tutto oro quel che luccica”. E, nel caso della corte di R14, tutto ciò che brilla, in realtà, è una coltre oscura.
Le atrocità che si sono compiute tra quelle mura sono raccapriccianti e indicibili. La sete di potere e la brama di schiavizzare tutti i popoli hanno macchiato per sempre quel luogo e nulla potrà cancellare tanta brutalità.
Lenora si trova a vivere proprio in mezzo a tutto quello. Nella dimora di colui che le ha tolto tutto. A lei, e alla sua specie. È arduo, dunque, pensare di riuscire a trovare uno spiraglio di pura luce fra tante tenebre. Eppure, l’incontro casuale con Jannik, paggetto dell’Erede, le farà tirare un piccolo sospiro di sollievo.
Giovane e dalla bellezza magnetica, Jannik svolge un compito molto importante a palazzo. Prendersi cura dell’Erede, infatti, comporta grandi responsabilità.
L’Erede, colui che succederà al trono di Elras, resta in ombra fino al compimento dei suoi diciotto anni. Nessuno deve sapere chi è, come si chiama, che aspetto ha. Per questo, coloro che conoscono quel segreto sono esposti a rischi enormi.
Come quelli che corre Jannik.
“L’ultima creatura – Regni distrutti”, chi è il vero mostro?
“Strinsi più forte le maniche della maglietta, credendo che quell’involucro riuscisse a proteggermi. Ma come fai a proteggerti da qualcosa di invisibile?”
-“L’ultima creatura – Regni distrutti”; Erica Prontera.
Un mondo in rovina, uno in ascesa.
G64 è stato devastato dalla guerra e molte delle specie che lo abitavano si sono estinte. Una, in particolare, è stata presa di mira dal viscido re Elras, che dall’alto della sua immortalità gli ha scagliato contro i raccapriccianti Cacciatori. Solo un individuo appartenente a essa è rimasto in vita e, grazie a un patto, sempre uno ne resterà. Anno dopo anno, affinché quella razza non scompaia mai del tutto.
Decenni dopo la fine della guerra, Lenora, l’ultima creatura rimasta di tale specie, si ritrova obbligata a trasferirsi su R14. Pianeta governato da quell’orribile re che ha distrutto i suoi simili, R14 ospita moltissimi mutaforma. Ciò dovrebbe far sentire la giovane a suo agio, essendo circondata da gente che, come lei, nasconde un aspetto diverso da quello umanoide dentro di sé. Eppure, è l’esatto opposto.
La creatura che alberga in Lenora non è minimamente paragonabile a quelle degli altri mutaforma. È tremenda, pericolosa, inarrestabile. E, pertanto, troppo temuta per lasciarla integrare nella comunità. Solo due giovani, Pasiox e Jannik, non avranno paura di lei. Ma il timore che suscita l’essere presente nella ragazza non è sufficiente perché tutti gli altri la trattatino con rispetto. Al contrario, è il motivo per cui la insultano, la deridono, la allontanano e la fanno sentire un mostro.
Mostro…
Ma chi è il vero mostro tra loro?
Stile di scrittura
Quando le porte di un fantasy si aprono per noi, le meraviglie che troviamo al di là sono inimmaginabili. Creature magnifiche, territori splendenti, personaggi accattivanti. Ma scorgiamo anche orrendi individui, temibili poteri, raccapriccianti segreti. C’è di tutto, ed è questo che li rende tanto entusiasmanti.
“L’ultima creatura – Regni distrutti” presenta proprio caratteristiche del genere. Il suo worldbuilding va oltre la semplice creazione di nuovi territori o di incantevoli città. Dà vita a un intero universo, mondi differenti e ben strutturati, che catapultano il lettore in una realtà davvero diversa da quella che è abituato a trovare nei fantasy.
L’autrice, mediante una scrittura fluida e leggera, ci conduce per mano all’interno del primo volume della sua saga. Ci fa conoscere il suo funzionamento, le sue peculiarità, i suoi personaggi. Ci fa sentire parte integrante di tale universo, coinvolgendoci e incuriosendoci sempre più.
Il ritmo narrativo non risulta né lento né troppo incalzante, perfettamente bilanciato per l’inizio del viaggio. Allo stesso tempo, però, le vicende e la trama generale sono talmente interessanti da spingere il lettore a finire in fretta l’opera e a porsi subito una domanda.
A quando il seguito?
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Ringrazio la casa editrice per avermi fornito la copia digitale del libro e avermi permesso di partecipare al review party!
Buona lettura, non lasciate mai che il giudizio altrui offuschi il vostro vero potenziale.