Recensione: “Thunderhead” – l’occhio vigile sull’umanità (Review Party)
Un’aura di mistero avvolge “Thunderhead” di Neal Shusterman: il secondo volume della trilogia aspetta solo voi per svelarsi!
“Addio, Terra di Wake, tutti insieme verso Nod puntiamo, che sia alla conquista del cielo, o che sottoterra a danzare finiamo. Rintocca la campana: addio, terra dei vivi, addio, terra dei morti, la meta non è lontana, addio alla terra dei saggi che contano i corpi. Addio, Terra di Wake, con le spalle al nord verso sud muoviamo, verso la Terra di Nod insieme andiamo.
Filastrocca (origine sconosciuta).”
-“Thunderhead”; Neal Shusterman.
I canti popolari, le vecchie filastrocche, hanno un suono particolare sulle nostre bocche.
Quando ne sentiamo uno o lo pensiamo, percepiamo una sensazione singolare dentro di noi. È come se riuscissimo a entrare in contatto col passato, con coloro che le hanno intonate per la prima volta.
Ascoltarle con razionalità ce le fa apparire prive di senso, utili solo a divertire i piccoli. Ma se si scava più a fondo, se si apre la mente e ci si lascia penetrare dalla loro vera essenza, si scoprono aspetti unici, talvolta belli e talvolta brutti.
Basti pensare ad una che conosciamo in molti e che tante volte abbiamo cantato quando eravamo bambini.
“Giro giro tondo”.
Sembra insensata, con parole gettate qua e là, eppure il vero significato di quella filastrocca è molto più macabro di quanto si possa credere. Essa fa riferimento alla peste, a quel morbo che tanti ha buttato “giù per terra”.
Allora vien giustamente da chiedersi, in un mondo immortale, logico e razionale, quale quello in cui governa il Thunderhead affiancato dalla Compagnia delle falci, perché è stata creata una strana e, apparentemente insensata, filastrocca?
Perché, subito dopo aver sconfitto la morte, è nato un canto quale quello sulla fantastica terra di Nod?
Forse anche lì si nasconde qualcosa di più, un mistero che potrebbe fare la differenza. Un mistero di cui nemmeno il “Thunderhead” è a conoscenza.
Il figlio divenuto genitore, il Thunderhead
“Quanto sono fortunato a essere, tra gli esseri senzienti, cosciente della mia funzione. Servo l’umanità. Sono il figlio divenuto genitore. La creazione che aspira a divenire il creatore. Mi hanno imposto il nome di Thunderhead, un nome che, per alcuni aspetti, è appropriato, perché sono “il Cloud” che si è evoluto in una forma più densa, complessa. Eppure, l’analogia ha i suoi limiti. Una nube temporalesca minaccia. Una nube temporalesca incombe. Certo, scateno saette, ma raramente il mio fulmine colpisce. Sì, ho il potere di portare il caos sulla Terra, di portare distruzione all’umanità se solo lo volessi, ma perché dovrei volerlo? Dove sarebbe la giustizia in questo? Io sono, per definizione, pura giustizia, pura lealtà.”
-“Thunderhead”; Neal Shusterman.
Lui sa tutto. Lui vede tutto.
O quasi.
Potentissima intelligenza artificiale che ha assunto il controllo della Terra per gestirla al meglio, il Thunderhead ha occhi e orecchie pressoché ovunque. Sono davvero poche le zone in cui non gli è permesso interferire, ossia quelle legate alla Compagnia delle falci.
I due poteri, quello sulla vita e quello sulla morte, sono stati separati all’inizio del nuovo sistema, impedendo alle falci di comunicare col Thunderhead e viceversa. Nessuno dei due può immischiarsi con i doveri dell’altro, portando inevitabilmente l’intelligenza artificiale ad avere dei punti morti.
Tuttavia, il Thunderhead riesce a ridurre al minimo le sue falle, così da continuare a prendersi cura dei bisogni dell’umanità senza troppi intoppi.
È lui che procura le risorse necessarie per impedire agli uomini di soffrire la fame, è lui a fornire loro un tenore di vita eccellente, ed è sempre lui che agisce laddove nota un rilascio di potenza da parte della natura che potrebbe arrecare danni irreversibili. Nonostante il Thunderhead faccia tutto ciò, però, i suoi interventi non sono mai mossi da emozioni o sentimenti, da progetti premeditati o piani specifici. L’unica volontà che lo muove è la giustizia, non conosce altro. Non prova altro.
O forse sì?
Greyson, un nuovo tassello
“Aiuto ogni cittadino a trovare un lavoro che lo soddisfi. Certo, pochissime di queste occupazioni sono necessarie, in quanto potrebbero essere tutte svolte da macchine, ma l’illusione di avere uno scopo è essenziale per garantire il buon equilibrio della popolazione.”
-“Thunderhead”; Neal Shusterman.
“Figlio grigio”.
Chi chiamerebbe mai così la propria prole?
Deve essersi trattato sicuramente di una coincidenza, di un caso. È ovvio che non è importante che lui abbia quel nome.
E invece no. Invece importa e come.
Quando tuo figlio per te non ha alcun valore, quando sei un “genitore seriale”, come molti dell’era post mortale, marchiarlo come “grigio”, come privo di importanza, è una beffa bella e buona. Vuol dire decidere al posto suo che la sua vita sarà insignificante, che passerà sempre inosservato e che non concluderà mai nulla di degno di nota.
E Greyson è sempre stato dello stesso parere dei genitori.
Cresciuto solo con le attenzione del Thunderhead, come tanti altri bambini abbandonati dai loro genitori, Greyson ha condotto un’esistenza semplice e anonima. L’unico affetto che ha mai percepito è derivato proprio dalla sola entità sulla Terra impossibilitata dal provare sentimenti.
Eppure, è proprio a lei che ha deciso di votare la sua vita.
Per ricompensare il Thunderhead di tutto ciò che ha fatto per lui, per ringraziarlo e sdebitarsi, Greyson vuole diventare un agente Nimbus. La loro missione è servire il Thunderhead in tutto e per tutto, come fungere da intermediari tra lui e le falci.
Ma i tempi per essere promossi ad agenti non sono brevi come quelli degli apprendisti falci. Richiedono anni di studi e preparazione. Tuttavia, Greyson non si lascia intimorire, deciso a seguire l’unica strada che dia un senso alla sua stessa esistenza. Un giorno, però, accade qualcosa di strano. La sua iscrizione all’Accademia per agenti Nimbus scompare e l’unica spiegazione che gli viene data è un messaggio.
“Deve recarsi seduta stante alla sede locale dell’Interfaccia dell’Autorità.”
Cos’ha fatto Greyson per essere convocato al quartier generale ed essere cancellato dall’Accademia? Nulla, continua a ripetersi il ragazzo.
Nulla sì, fino a quel momento.
“Thunderhead” – l’occhio vigile sull’umanità
“Se avessi dovuto cominciare a elargire la morte, sarei diventato il mostro in cui l’uomo mortale temeva potesse trasformarsi l’intelligenza artificiale. Decidere chi vive e chi muore mi avrebbe tramutato in un essere da temere e adorare, come gli imperatori divini di un tempo. No, è stata la mia decisione. Che siano gli uomini a salvare e a uccidere. Che siano loro gli eroi. Che siano loro i mostri.”
-“Thunderhead”; Neal Shusterman.
Due fazioni, due apprendistati, due tempistiche molto diverse.
Diventare una falce richiede un anno di preparazione, com’è avvenuto per Rowan e Citra, che al termine del loro addestramento hanno intrapreso due strade molto diverse. Diventare agenti Nimbus, invece, ne richiede cinque.
Greyson Tolliver, figlio di “genitori seriali” e per questo abbandonato da loro quando era ancora piccolo, è ben intenzionato a diventare un agente Nimbus. Nati per servire al meglio il Thunderhead ed essere la sua “interfaccia umana”, dedicano le loro giornate a quella potentissima intelligenza artificiale che permette alla Terra di essere ciò che è. Equilibrata, prospera, priva di morte.
Morte naturale, s’intende.
La Compagnia delle falci, infatti, continua a detenere il potere di togliere la vita, così da mantenere il giusto tasso di popolazione sul pianeta. Ma il codice d’onore delle falci sembra venir meno ogni giorno che passa, rendendo instabili i pilastri che reggono il loro sistema.
Nuova e vecchia guardia si sono ormai schierate apertamente l’una contro l’altra e chi non ha preso ancora una posizione lo farà presto. Sembra, dunque, che la Compagnia stia andando verso un punto di non ritorno e che non ci sia nulla in grado di ristabilire l’ordine.
Eppure, i padri fondatori dissero che, nel caso in cui l’esperimento di mettere nelle mani delle falci la vita degli uomini fosse fallito, esisteva una via di fuga. Una scappatoia, un piano d’emergenza. Ovviamente andava nascosto, così che venisse allo scoperto senza cadere nelle mani sbagliate.
E quale potrebbe essere un nascondiglio in cui nessuno andrebbe mai a cercare?
Semplice, un luogo in cui un granello di verità si confonde dentro un pagliaio di assurdità. Come in una vecchia filastrocca.
Stile di scrittura
La bravura e la maestria dimostrata da Neal Shusterman in “Falce” non solo non viene meno in “Thunderhead”, ma addirittura si moltiplica.
La narrazione procede sempre scorrevole e coinvolgente, con le parole al giusto posto e con gli effetti a sorpresa nei punti strategici. Tuttavia, ciò che rende questo secondo capitolo della trilogia ancora più entusiasmante è uno stratagemma utilizzato dall’autore lungo tutto il corso dell’opera. Questo consiste nel rendere chiari agli occhi del lettore determinati sviluppi della trama prima che tutti i personaggi ne vengano a conoscenza, facendogli credere di avere la situazione sotto controllo e di avere già chiaro cosa accadrà. Non appena il lettore si convince della chiarezza dei fatti, però, Shusterman stravolge tutto: ciò che credevamo sarebbe accaduto non era che una piccola parte del piano generale che si sarebbe sviluppato da lì a breve e che avrebbe sconvolto i protagonisti tanto quanto noi.
Personaggi magnificamente caratterizzati, situazioni che seguono con coerenza la loro evoluzione, ma senza mai risultare banali, e un finale da lasciare senza parole sono, dunque, gli ingredienti che compongono questo libro spettacolare e che ti fanno bramare fortemente di avere il terzo e ultimo volume subito tra le mani!
Correte a comprare la vostra copia cartacea o e-book se le mie parole vi hanno convinto!
Io ringrazio infinitamente Claudia per aver organizzato questo review party e la Oscar Mondadori per avermi permesso di leggere in anteprima la versione digitale di “Thunderhead”.
Come sempre trovate la mia illustrazione a tema nella sezione materiale gratuito del sito, in cui wallpaper e segnalibri sono già pronti per il download!
Vi basta cliccare qui per essere reindirizzati alla pagina corrispondente di Dropbox.
Di seguito vi lascio i link per gli altri blog che stanno partecipando all’evento e che presto pubblicheranno le loro recensioni:
–Vivo Attraverso i Libri
–Raggywords
–1001 Notti d’Inchiostro
–La Libreria di Ophelia
–Morgan’s Stories World
–Un Altro Bookblog
–Inchiostro su Carta
–Fire and Books
–Winnie the Book
Buona lettura, e ricordate: spesso ciò che appare insignificante è custode di grandi segreti.