Recensione: “Magnete”, viaggio tra psiche e ricordi
Con “Magnete“, Stefania Meneghella ci offre un viaggio singolare tra psiche e ricordi. Cosa ne emergerà, alla fine?
“La cose migliori iniziano con la S, l’ho sempre saputo. Adesso invece non so più nulla, e non so nemmeno quanto grande sia questo cielo che continua a fissarmi. So solo che è blu ed è vuoto. Senza più stelle, senza più bolle. L’unica bolla è adesso per me il mondo in cui vivo. Io sono in una bolla e non so come uscirne.”
-“Magnete”; Stefania Meneghella.
Un bosco rigoglioso, dei passi sulla sabbia, un cappello trasportato dal vento.
La nostra realtà è composta da tanti piccoli e grandi elementi, da attimi e ricordi. Ognuno collocato in un determinato contesto, circondato da persone diverse e da significati unici.
Non esiste una visione uguale per tutti, cangiante sulla base di tutti questi fattori. Eppure, ci ostiniamo a distinguere vite “normali” da vite “anormali”.
Ma cos’è la normalità?
Se ogni persona osserva il mondo con occhi diversi dal suo vicino, se le emozioni che prova non potranno mai essere le stesse di qualcun altro, per quanto simili, allora come possiamo effettuare una tale distinzione?
La normalità di un individuo potrebbe risultare anormale per chi ha ideali ben diversi. Persino priva di senso, assurda, sbagliata. Allo stesso modo è ciò che accadrebbe per l’ennesima persona con altri pensieri, con altri trascorsi, con altre memorie.
E se il “problema” risiede proprio nella memoria, invece?
Se la mente di qualcuno non segue il classico andamento della psiche umana e la sua realtà muta sulla base di ciò?
Se tutto quello che la circonda viene plasmato in relazione alle sue percezioni psicologiche, alterando ricordi e perdendo se stessa, credete che lei penserebbe di essere normale o no?
Dopo aver passato così tutta la vita, è difficile supporre il contrario.
“Magnete” di Stefania Meneghella vi permetterà di fare un viaggio nella psiche umana, navigando in quelle acque che solo in pochi hanno il coraggio di affrontare. Siete pronti a cambiare prospettiva?
Virginia, un cuore fin troppo buono
“La nostra era una lotta a chi rideva prima, una lotta che vinceva sempre lei. Io mi trasformavo in un batterio che solo lei aveva il potere di schiacciare e di renderlo polvere. Mi sentiva senza ascoltarmi, e a me sembrava di non essere più io. Quando ero con Sofia, la mia vera essenza si disperdeva nella nebbia lasciando il posto alla sua.”
-“Magnete”; Stefania Meneghella.
Lacrime e sorrisi si alternano spesso nei rapporti umani.
Possono essere di gioia, di un dolore condiviso o inferto, di divertimento. In quelli più profondi e sinceri, la dose degli uni o degli altri è quasi sempre bilanciata, pronta a creare un equilibrio che permetta la continuazione di quel legame.
Eppure, ci sono casi in cui una relazione si protrae nel tempo anche se per nulla equilibrata. È il caso dell’amicizia tra Virginia e Sofia, in cui alle sincere e poche risate si accavallano prepotenza e sofferenza. Il dolore e il senso d’impotenza provato da Virginia è sempre stato presente, ma non le ha mai impedito di continuare a voler bene alla sua amica e a sentirsi unita a lei anche quando l’una non era più presente nella vita dell’altra.
È impensabile credere che qualcuno, rendendosi conto dei graffi e delle ferite inflitte da un rapporto del genere, non allontani la fonte di quei dolori. Ma Virginia, il cui cuore era grande e la bontà troppo forte, è riuscita ad andare oltre grazie alla propria sensibilità. Ha visto cosa si nascondeva negli occhi di Sofia, quale mondo ci fosse lì dentro. Ha udito il silenzioso grido d’aiuto che la sua amica proferiva senza rendersene conto, certa che nessuno la comprendesse.
D’altronde, se nemmeno Sofia stessa riusciva a capirsi, come poteva farlo qualcun altro?
Sofia, una mente in cerca d’aiuto
“Mi sento divisa in due: il bene e il male, la gioia e la tristezza, il bianco e il nero. Io sono divisa e non riesco a ricompormi. Davvero non riesco. Sono divisa in due e assisto costantemente alla mia lotta: la lotta tra queste parti che non fanno altro che scontrarsi. Sono in lotta, e nessuno lo comprende.”
-“Magnete”; Stefania Meneghella.
Un padre sempre lontano, un cuore diviso in due paesi.
Una mente che si crea da sola la propria realtà.
Questa è Sofia, ma allo stesso tempo non lo è. Se chiedeste a lei un chiarimento, vi risponderebbe che non lo sa. Un giorno si mostrerebbe a voi così, il giorno dopo con una vita ben diversa alle spalle.
Sofia è forte, determinata, opportunista e calcolatrice. Eppure, Sofia è anche fragile, spaventata, insicura e desiderosa di affetto e comprensione. Sì, ciò che desidererebbe più al mondo è essere compresa. Dagli altri? Forse, ma soprattutto da se stessa.
Non c’è attimo in cui le ombre che oscurano la sua mente si dissipino, lasciandole intravedere gli splendidi orizzonti al di là. Una carezza, un attimo di pura gioia. Non c’è niente di tutto questo per Sofia, e anche se ci fosse lei non lo percepirebbe. Perché la sua mente è autonoma, per nulla disposta ad assecondarla, e filtra tutto ciò che riceve secondo i suoi sistemi che per Sofia sono lungi dall’essere “normali”.
Basterebbe chiedere aiuto?
Servirebbe a qualcosa raccontarsi, spiegare?
Non si andrebbe incontro a un cammino semplice, è vero. In cui ogni cosa prenderebbe il suo giusto posto, ma almeno si potrebbe sperare di smettere di soffrire e di far soffrire.
“Magnete” – un viaggio tra ricordi ed emozioni della mente umana
“Il mio dolore è come calamita: attira i cuori più deboli che, fatti di ferro, restano incollati alla mia pelle senza staccarsi mai. Sono fatta di magnete e di magnete voglio morire, per sentirmi meno strana, per sentirmi meno sola.”
-“Magnete”; Stefania Meneghella.
Tra le bianche pareti di una casa di città, Virginia scruta il cielo ormai lontano. In un anno devastante in cui una pandemia globale ci ha costretti nelle nostre dimore, pensieri e memorie tornano a galla. Amicizie perdute, ma legami mai sciolti, bussano alla porta, desiderose di parlare.
Virginia allora si alza, va ad aprire e scopre che, oltre la soglia, non c’è più il resto della sua abitazione. Scopre che, ad attenderla, c’è il cervello di Sofia.
I sentimenti e i ricordi dell’amicizia di quelle due ragazze sono tutti racchiusi nelle diverse zone celebrali di Sofia. Passo dopo passo, emergono e inglobano Virginia, che ripercorre così la strada che le ha condotte dove sono adesso. Una strada lastricata da lacrime, paura, dolori e bugie. La strada di un legame arduo, persino tossico, che però celava molto di più.
La realtà, vista dagli occhi di una persona in balia della propria mente, incapace persino di capire dove finiscono le menzogne da lei inventate, è nebulosa. I giorni si susseguono indossando maschere sempre diverse, sminuendo gli altri per innalzare se stessi. È questo ciò che accade a Sofia e le conseguenze le subisce lei tanto quanto Virginia.
In un mix di amore e odio, di affetto e ira, tutto prosegue caoticamente, fino a quando le strade si separano. Ma nulla va perduto e, custodito nelle stanze del cervello di Sofia, si rivelano finalmente nella loro integrità alla giovane Virginia.
Stile di scrittura
Affiancarsi alla storia narrata in “Magnete” non è semplice. Siamo difronte a un vero e proprio viaggio nella psiche umana, complessa e dalle mille sfaccettature. Grazie alla figura di Virginia ci addentriamo nella mente di Sofia, scoprendone tutti gli aspetti e i pensieri celati dietro ai suoi gesti. È così che ci rendiamo conto di quanto sia difficile, in realtà, giudicare qualcuno. Nonostante gli elementi a nostra disposizione, infatti, non siamo mai in grado di sapere fino in fondo cosa si trova dentro la persona che ci sta davanti.
Leggere i ragionamenti e seguire il flusso di ricordi di Sofia ci fa sentire come se fossimo costantemente in balia delle montagne russe. A tratti crediamo di aver compreso, di aver scelto se vedere in lei una figura fragile e da compatire o un individuo spregevole e da condannare, ma l’instante dopo arriva il salto nel vuoto. Ecco che perdiamo ogni certezza e ricominciamo a dubitare.
Stefania Meneghella scrive con uno stile molto particolare, che ben si adatta alla tematica narrata. Non è semplice star dietro all’opera che ci propone, ma chi è disposto a riflettere e ascoltare troverà in “Magnete” un testo di grande analisi psicologica.
Se siete in cerca di un testo molto profondo e particolare, allora vi consiglio di acquistare “Magnete” di Stefania Meneghella!
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Buona lettura, non abbiate mai timore di chiedere aiuto.