Recensione: “Un punto nel cerchio del tempo”
Una Napoli magica e fantastica vi aspetta ne “Un punto nel cerchio del tempo – L’armadio” di Josy Monaco, edito Mea Edizioni. Quali saranno i suoi segreti?
“Vittoria Benincasa aveva trasformato la penna nell’acqua della sua sete di scrivere e la fantasia nel suo cuore. Vittoria aveva scritto un’altra storia ancora e capì che doveva tornare in quel luogo carico di nutrimento per l’ispirazione ogni volta che poteva.”
-“Un punto nel cerchio del tempo – L’armadio”; Josy Monaco.
Dagli albori dell’umanità fino ad oggi, moltissime sono state le armi che l’uomo ha creato per difendersi o cacciare. Dalla punta acuminata di una lancia, alla lama di una spada, fino alla canna di un fucile. Inizialmente create per sopravvivere, e poi per distruggere e affermare la propria supremazia.
Ma la più potente, quella che forse ferisce più di tutte e che allo stesso tempo può sanare ogni ferita, è sempre stata parte dell’umanità. Cura e malattia, salvezza o rovinosa caduta.
La parola.
Il potere delle parole è unico e incancellabile. È legato alle idee, ai pensieri, ai sogni e alla volontà. Si può tentare di zittirlo, ma troverà sempre il modo di tornare. Nel bene e nel male.
Eppure, la parola è anche creazione, invenzione, prodigio. Permette agli uomini non solo di difendersi o far valere la propria libertà, non solo di soggiogare le masse o innalzarsi come leader.
Grazia ad essa, l’umanità è capace di dar vita a nuovi mondi.
Fantastici, futuristici, realistici o basati su un diverso corso della storia.
Nuovi pianeti, nuove persone, nuove leggi e persino nuovi Dei. Tutto grazie alla parola, alle lettere, alla scrittura. Alla penna di un abile autore.
Sì, perché tra le persone più potenti del mondo, quelle che davvero hanno la possibilità di far tutto – persino di rendere immortali altri uomini – ci sono gli scrittori.
Che siano noti o sconosciuti, tutti loro hanno una meravigliosa capacità nella mente e tra le mani. E leggendo “Un punto nel cerchio del tempo” scoprirete la veridicità della mia affermazione.
Vittoria Benincasa e la sua irrefrenabile immaginazione
“«Nessuno di noi sa perché viene al mondo, mia cara. Il nostro compito è fare il possibile per dare valore ai nostri talenti e lottare per raggiungere i nostri scopi e aiutare chi ha bisogno di noi. Le favole sono belle, ma il lieto fine dipende da quanto desideriamo ciò che ci sta a cuore. […]»”
-“Un punto nel cerchio del tempo – L’armadio”; Josy Monaco.
Sognatrice a occhi aperti con tanta sbadataggine sulle spalle, Vittoria Benincasa si sente stretta in un vicolo cieco. Il suo amore per la scrittura e il suo desiderio di rendere concreta la storia che gli frulla nella mente tentano di spingerla a non mollare, ma il tempo passa e le delusioni aumentano.
Che si tratti solo di un sogno infantile?
Forse, dopotutto, la sua nemica giurata Lavinia Romano ha ragione. Lei non è destinata a diventare una scrittrice famosa e il suo libro è mera spazzatura.
È giunto il momento di crescere, di pensare a lavorare seriamente come tutti gli altri, di mettere a tacere le stupidaggini giovanili. Vittoria non può più mostrarsi incapace agli occhi dei suoi genitori, né di nessun altro. Pertanto, quando il signor Amilcare Trombetta le offre un posto al suo negozio d’antiquariato subito dopo l’ennesimo fiasco letterario, la ragazza non può che considerare quell’offerta come un segno.
Ma la sua immaginazione è più testarda di quanto potesse pensare e ritorna puntualmente a bussare alla porta. Basta un semplice dettaglio, il volto di una persona, il suono di una sirena in lontananza.
Un armadio.
Ed ecco che la fantasia si scatena, trabocca dalla mente di Vittoria e non può più essere contenuta. È inulte opporsi, la ragazza deve darle retta. Deve continuare a scrivere.
Che sia per diletto o per quel famoso sogno che non riesce proprio a mollare, la penna della ragazza vola e traccia i contorni di un viaggio senza eguali.
Greta Le Clerc e la magica Napoli
“Al di là delle caratteristiche del posto, Napoli era la città che nascondeva un certo non so che di magico: la strada e i palazzi scrutavano con occhi invisibili, era come se qualcuno vigilasse su di lei; in particolare, fu attirata da una piccola finestrella di una casa buia e mal ridotta che affacciava sulla strada, ma attribuì le sensazioni che provava alla suggestione e preferì godersi la passeggiata turistica.”
-“Un punto nel cerchio del tempo – L’armadio”; Josy Monaco.
Una città, due realtà molto diverse.
La Napoli in cui vive Vittoria è ben differente da quella che raggiunge il suo personaggio letterario Greta Le Clerc. E non tanto perché l’una è fatta di calce e mattoni e l’altra di tracce d’inchiostro, ma quanto per la natura magica e surreale di cui è permeata la seconda.
Giovane parigina costretta a vivere in un triste collegio, in cui nessun amico le dia una parola di conforto, Greta si trova catapultata in un mondo del tutto lontano da quello in cui era abituata a trascorrere le sue sofferte giornate. Sebbene lo sbigottimento iniziale la lasci confusa e disorientata, è ben lieta di trovarsi lontano dalla Signora Laetitia e dalle sue odiate compagne.
Esplorare Napoli, così bizzarra e attraente, potrebbe essere un passatempo stuzzicante per la ragazza, eppure il corso degli eventi la travolgerà senza darle un attimo di tregua e costringendola a far fronte a forze ben più grandi di lei. Ma quella stravagante città non è l’unico luogo in cui Greta si troverà a brancolare, poiché ambienti ben più incredibili le si paleseranno d’innanzi.
Luoghi incantati, pericolosi, inquietanti e affascinanti.
Luoghi come la Valle delle Lumache.
“Un punto nel cerchio del tempo – L’armadio” – tra realtà e fantasia
“Gli occhi di alcune persone hanno cessato di brillare perché le pagine dei libri hanno smesso di vivere. Quelli uguali alle stelle li riconosci perché sono carichi di gratitudine, d’amore e di gioia perché essi non conoscono solitudine, la loro compagnia si trova in un insieme di cento, trecento e più pagine che riscaldano il cuore più di una chiacchierata veloce.
Li riconosci perché sono gli occhi di avidi lettori e meritano di sapere la verità. Il fatto è che certe idee sono così poco originali, che tanto vale alterare la versione dei fatti. Tuttavia, ogni autore dovrebbe continuare a investire su se stesso.”
-“Un punto nel cerchio del tempo – L’armadio”; Josy Monaco.
Non arrendersi mai e continuare a seguire i propri sogni alla fine porta sempre alla loro realizzazione.
Potrebbe essere un concetto vero per chiunque, ma non per Vittoria Benincasa.
Rifiuto dopo rifiuto, è ormai convinta che non ci siano speranze per la sua carriera da scrittrice e che il suo libro non vedrà mai la luce. Non arriverà mai il libreria e a nessuno importerà mai della sua storia.
L’incontro con uno strambo signore di nome Amilcare Trombetta, però, sembra mettere tutto in discussione. Non tanto perché lui la inciti a non mollare, anzi, è l’esatto opposto. Quanto perché il negozio d’antiquariato da lui gestito e nel quale Vittoria inizia a lavorare è terreno fecondo per la sua immaginazione.
Bizzarri avvenimenti e inquietanti scoperte sono legati a quel luogo e, giorno dopo giorno, portano la giovane napoletana a buttare giù nuove pagine per il racconto della sua Greta Le Clerc. Il pensiero si fa parola, le parole si fanno scrittura e la scrittura si fa creazione.
La Napoli parallela a quella di Vittoria prende vita sotto il tratto della sua penna, tra le ante di un vecchio armadio impolverato, e fa vivere nuove avventure a Greta e ai suoi amici.
Ma le sfide da affrontare sono impervie tanto per la parigina Le Clerc, che si ritrova ad annaspare in una città totalmente sconosciuta e regni fantastici, quanto per Vittoria. La realtà, molto spesso, cela insidie ben più ardue da superare rispetto alla fantasia.
E dove finisce una e inizia l’altra?
Vittoria avrebbe presto trovato una risposta.
Stile di scrittura
Abbiamo tutti dei sogni nel cassetto. Alcuni sono più semplici da realizzare, altri appaiono quasi impossibili. Ci sono volte in cui tutto ci rema contro e ogni nostro sforzo appare vano. In quei momenti abbiamo l’impressione che tanta avversità sia un segno, un chiaro messaggio che ci invita a desistere e cestinare il nostro sogno. Tramite la penna di Josy Monaco e il suo libro “Un punto nel cerchio del tempo – L’armadio”, però, ci arriva un segnale ben diverso.
Mai perdere la speranza.
È questo l’aspetto che più di tutti ho apprezzano del libro. Affatto forzato o sdolcinato, è un messaggio che arriva forte e chiaro e che ci sprona a non arrenderci mai. In particolar modo, essendo legato al mondo della letteratura e alla scrittura mi tocca da vicino, essendo io stessa un’autrice emergente.
Un’altra particolarità del testo che gli fa guadagnare punti è l’atmosfera che permea la visione fantastica di Vittoria Benincasa quando si dedica al suo libro. Ricorda moltissimo “Alice nel paese delle meraviglie”, con tutti gli stravaganti colori, personaggi ed eventi che s’incontrano. Allo stesso tempo, però, per me è stato anche un punto a suo sfavore. In certe parti, infatti, ho avuto seria difficoltà a seguire quanto stesse succedendo, trovando la storia eccessivamente irreale – per quanto fantastico fosse il genere scelto.
Infine, ciò che non mi ha permesso di apprezzare del tutto l’opera di Josy Monaco è stata la sensazione che molte parti fossero abbozzate e poco chiare. A livello narrativo non ho trovato risposta a molti quesiti importanti che erano stati seminati lungo il testo e che avrei tanto voluto sapere come si concludessero.
Nonostante non promuova a pieni voti quest’opera, vi invito ugualmente ad acquistare una copia in formato cartaceo o digitale, perché sono comunque presenti diversi elementi positivi e ben realizzati che nella mente di un diverso lettore potrebbero portarlo ad accogliere il libro a 360°!
La mia illustrazione a tema la potete trovare nella sezione “materiale gratuito” del sito, oppure potete scaricare wallpaper e segnalibri direttamente cliccando qui.
Buona lettura, ricordate di portare sempre a testa alta i sogni che sentite dentro al cuore.
3 commenti
Maria Concetta
Ciao, ho letto anche io questo fantastico libro, e lo consiglierei davvero a tutti!
Durante la lettura, ero molto coinvolta, un mix tra fantasia e realtà, che mi ha veramente colpito.
I punti in sospeso che ci sono nel racconto, non mi lasciano dei dubbi irrisolti, anzi, mi lasciano sperare in un continuo con la realizzazione di un nuovo volume!
D’altronde, se questo libro è un “chiaro segno di speranza”, io spero davvero che ci sia un continuo!
Maria Concetta Sepe
Ciao, ho letto anche io questo fantastico libro, e lo consiglierei davvero a tutti!
Durante la lettura, ero molto coinvolta, un mix tra fantasia e realtà, che mi ha veramente colpito.
I punti in sospeso che ci sono nel racconto, non mi lasciano dei dubbi irrisolti, anzi, mi lasciano sperare in un continuo con la realizzazione di un nuovo volume!
D’altronde, se questo libro è un “chiaro segno di speranza”, io spero davvero che ci sia un continuo!
damaberkana
Ciao! Sono contenta che tu l’abbia apprezzato!
Il motivo per cui consiglio sempre di leggere i libri che recensisco è proprio questo: spesso un aspetto che non mi ha pienamente soddisfatta, un’altra persona lo ha adorato o viceversa, quindi è giusto giudicarlo personalmente 🙂 Come nel tuo caso!