Recensione: “Soter” – viaggio introspettivo alla ricerca di se stessi
Comodamente seduti sul divano, prendete in mano “Soter” di Ylenia Giordano e avventuratevi in un profondo viaggio dentro voi stessi.
“Quando tuoni e fulmini squarciano il cielo e terribili temporali devastano i raccolti, le città assumono un aspetto tetro, i fiumi esondano e rompono le dighe artificiali che in loro sono state poste per regolare un flusso d’acqua che non vuole sottostare a imposizione alcuna, la natura si ascolta e mostra ogni parte di sé, senza timore alcuno. L’uomo si ascolta?”
-“Soter”; Ylenia Giordano.
Segnali, input, parole, azioni.
Siamo circondati da infiniti campanelli che suonano costantemente e che ci spingono prima in una direzione e poi in un’altra. Tutti diversi, eppure simili, offuscano la nostra mente tenendoci sempre attivi.
Sentiamo il bisogno di doverli seguire tutti e di dar loro ascolto, anche quando non vorremmo o dovremmo, perché è così che va il mondo oggi.
Ma troppi suoni generano rumore.
E quando il rumore diventa caos, diventa disordine e chiasso, è lì che perdiamo di vista l’essenziale.
La nostra voce interiore.
Lei non si spegne mai, lei ci parla e spesso ci urla pur di farsi sentire, ma noi non siamo quasi mai in grado di darle retta. Che sia perché non lo vogliamo, timorosi di cosa potrebbe dirci, o che sia perché non la udiamo davvero in mezzo al marasma di suoni che ci circondano, alla fine il risultato non cambia.
Non siamo capaci di prestare il nostro orecchio alla voce più importante fra tutte.
Eppure, non è mai troppo tardi per cambiare rotta.
La nostra voce interiore è sempre lì, che ci aspetta. E noi siamo ancora in tempo per spegnere i rumori che ci vengono imposti dal sistema e guardarci dentro. Siamo ancora in tempo per viaggiare, per scoprirci e per capirci.
Non sai come poterlo fare?
“Soter” potrebbe essere la risposta che cerchi.
Il mondo che ci circonda: come ci relazioniamo a esso
“Io mi sentivo così perennemente insoddisfatta a tal punto da chiedermi se fosse solo un mio modo di essere nei riguardi del mondo esterno o se fosse il mondo esterno a non essere all’altezza del mio mondo interno o se forse non fosse problema di mondi non comunicanti ma di modi di comunicare.”
-“Soter”; Ylenia Giordano.
Insoddisfazione, senso di sconfitta.
Quando abbiamo tanti progetti e speranze ma tutto sembra remarci contro, siamo soliti scoraggiarci e credere che le opportunità non bussino mai alla nostra porta.
Perché a me non succede mai?
Perché gli altri riescono dove io fallisco?
Domande su domande affollano la nostra mente e ci portano a isolarci, a sentirci frustrati e talvolta adirati. Ci chiudiamo nella nostra comfort zone e non vogliamo uscirne più, certi che sarà tutto inutile in ogni caso.
Eppure, questo comportamento è proprio il più scorretto che potremmo tenere.
Se crediamo che una giusta via, una prospettiva lavorativa, un progetto allettante non verranno mai da noi, nonostante tutto l’impegno possibile, ci stiamo ponendo nel modo sbagliato nei confronti del mondo. Spesso, infatti, basta solo cambiare punto di vista per avere tutto più chiaro e consono a noi.
Che sia una persona, un oggetto, un percorso da seguire, forse non è dalla sua mal riuscita che dobbiamo partire. Forse non è da lui e nemmeno da noi. Non siamo noi il problema e nemmeno loro.
Sono i registri di comunicazione.
Proviamo a cambiare registro, ogni tanto, e le opportunità che la vita ha in serbo per noi potrebbero finalmente venire a galla e ci renderemo conto che erano più vicine di quanto immaginassimo.
Imposizioni della società vs i nostri tempi
“La considerazione che spesso noi abbiamo del tempo è la medesima che io avevo delle scarpe: il tempo giusto o il tempo sbagliato e mai un tempo alternativo, il tempo della vita. Non esiste un temo universalmente qualificato come giusto. Non esiste la cosa giusta al tempo giusto e il tempo giusto per la cosa giusta. Non esiste la giustizia nel tempo. Esiste il tempo.”
-“Soter”; Ylenia Giordano.
Infinite mete, sogni, idee e lavori.
Nel corso della storia, l’uomo si è spinto sempre più avanti, ha mirato sempre più in alto e più in grande. Ha raggiunto nuovi orizzonti, ha creato nuove possibilità. Eppure, la vastità delle cose che ha scoperto e che può seguire nella vita, sono finite ad essere schedate, programmate.
Si è giunti al punto in cui a ogni età, a ogni periodo della nostra crescita, è stata associata una determinata esperienza. Come in una sorta di gioco dell’oca, in cui a ciascuna casella corrisponde qualcosa da fare, abbiamo iniziato a muoverci sul tabellone che la società ci vuole imporre.
Se i dadi fanno dieci e tu t’imbatti nella tappa in cui devi viaggiare per tutto il mondo, non puoi tirarti indietro. Non importa che tu non abbia soldi, tempo, voglia, possibilità. Ciò che importa è che tu lo faccia. Nel momento in cui salti la casella e pensi di recuperarla in un secondo momento, tutte le altre pedine ti ridono in faccia.
Era quello il tempo giusto per farlo, sciocco!
Hai mancato il treno, ora avrai qualcosa in meno rispetto agli altri della tua età!
Eppure, quando tutti pensano ciò, quando ti scherniscono o ti guardano con superiorità, tu ricorda loro che i dadi sono i tuoi. Tirali ancora, tirali con consapevolezza e scoprirai che esistono caselle in grado di portarti indietro o avanti, e farti finire esattamente lì dove volevi tu. Non perché lo abbia deciso il gioco, non perché ti sia stato imposto dal tabellone, ma perché sei stato tu a voler tirare i dadi.
Quei dadi che non hai tirato al momento giusto o al momento sbagliato, ma che hai tirato nel tuo tempo.
“Soter” – viaggio introspettivo alla ricerca di se stessi
“In questo particolare viaggio non ci sono bagagli da preparare, nessun biglietto e mezzo di trasporto da prenotare. C’è solo una persona da aspettare, rispettare, ascoltare: tu. […] Intraprenderemo un viaggio low cost nel fantastico mondo del sentire. Sarai il mio compagno di viaggio. Ti racconto il mio speciale cammino da ferma. Attiva la tua comfort zone… si parte!”
-“Soter”; Ylenia Giordano.
Un lettore viaggia sempre.
Talvolta di persona, per andare a scoprire quei luoghi di cui ha letto e si è innamorato. Ancora più spesso, viaggia con la fantasia e scopre nuovi mondi e personaggi dai quali non vuole mai separarsi.
Infine, un lettore viaggia dentro se stesso.
Per ogni testo in cui s’imbatte, per ogni storia che conosce, una parte di essi si stacca e viene incanalata dentro chi legge. Questi la fa sua, ne trae beneficio o conoscenza. Amplia il proprio bagaglio culturale e, soprattutto, emozionale.
L’aspetto più importante fra tutti, però, è che grazie alla lettura si impara a conoscere meglio se stessi. Confrontandoci con le situazioni che viviamo nei libri o paragonandoci ai soggetti che prendono vita tra le pagine, finiamo inconsapevolmente per scoprici di più, per approfondirci e stupirci.
Ecco che “Soter” si rivela come un connubio perfetto fra questi aspetti: è libro e viaggio, è lettura e scoperta. È lettrice e autrice. “Soter” è la materializzazione di un percorso che ognuno di noi può compiere per passare dalla conoscenza inconsapevole di se stessi attraverso la lettura alla consapevolezza del proprio essere.
Nella sua semplicità, ci spinge a metterci a nudo e, finalmente, ad ascoltarci come dovremmo.
Stile di scrittura
Una penna spontanea ma fortemente riflessiva è quella di Ylenia Giordano. Attraverso il proprio vissuto, le proprie esperienze e maturità, l’autrice ci conduce mano nella mano lungo un emozionante percorso alla ricerca di se stessi. Nonostante sia delicato e per nulla scontato, non risulta impossibile da seguire, proprio grazie agli spunti che Ylenia Giordano ci fornisce.
Ciò che ho apprezzato fortemente, infatti, è la struttura del testo. Suddiviso per argomenti, ci aiuta a non perderci o confonderci, ci aiuta ad analizzare un aspetto per volta e a soffermarci su di esso fino a quando non siamo sicuri di averlo assimilato a pieno. Inoltre, alla fine di ogni capitolo, è presente uno spazio bianco in cui l’autrice ci invita a scrivere i nostri pensieri e le nostre considerazioni riguardanti l’argomento di cui si è trattato. In questa maniera, giungiamo al finale di “Soter” certi di non aver fatto un “viaggio a vuoto”, ma di aver approfondito almeno un po’ il nostro io.
L’unica nota negativa è forse proprio la brevità dell’opera. Sebbene questo aiuti a non farla risultare prolissa o pesante, personalmente avrei preferito un attenzione maggiore ad alcune delle tematiche affrontate. Magari chiarendo meglio alcune considerazioni fatte dall’autrice in merito, in modo da non lasciare spazio a dubbi. Al contempo, però, si tratta pur sempre di un viaggio personale: Ylenia ci fornisce il mezzo, sta a noi metterlo in atto.
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La mia illustrazione a tema la trovate, invece, nella sezione “materiale gratuito” del sito. Potete scaricare wallpaper e segnalibri anche cliccando semplicemente qui.
Buona lettura, che possiate presto trovare il vostro sé nascosto.