Un altro giro di smorfia – recensione libro con rune
I numeri dovrebbero essere innocui, ma dopo aver letto “Un altro giro di smorfia vol.1” non lo saranno più.
Storie inquietanti si celano dietro ai numeri della smorfia napoletana. Sei pronto a scoprirle?
Due, cinque, quattordici, ventidue, quarantaquattro, quarantotto. E poi, ancora, cinquantasei, sessanta, settantadue, settantasei e settantasette. Sono solo numeri – è ciò che vien subito da pensare. Eppure, sono molto più di questo.
Sono storie.
Numero due, La Bambina.
Immersa nel freddo svedese, circondata dai boschi, una vecchia casa dà ospitalità a Vanessa durante la sua vacanza post-laurea. È una dimora che scricchiola e sussurra, come fanno tutte le vecchie case. O almeno, questo è ciò che rispondono coloro a cui Vanessa si rivolge in preda alla preoccupazione. Lei, però, sospetta che ci sia ben altro dietro agli strani rumori che sente in quella casa.
E ne ha la certezza quando ai sussurri iniziano ad accompagnarsi fatti inquietanti e concreti.
Numero cinque, La Mano.
Dave avrebbe voluto vivere una vita come tante, come tutti. Non che fosse il suo sogno: non puoi sognare qualcosa che dovrebbe già far parte della normalità. Divenne il suo sogno solo quando Dave scoprì che avrebbe potuto fare solo quello: sognare una vita normale. Perché la sua, di normale, non ebbe più nulla a partire dal terribile pomeriggio del 26 aprile 1986. No, non da quando scoprì che toccando gli altri avrebbe scorto il momento della loro morte.
E i numeri restanti?
Che ne è di loro e delle storie a essi associate?
Solo “Un altro giro di smorfia vol.1” potrà rispondere a queste domande. Solo leggendolo sarà possibile immergersi completamente nel mistero, nel terrore e nella dimensione onirica che Tania Dejoannon ha creato giocando con i numeri.
I numeri della smorfia napoletana.
Associo questo libro alla Runa…
“Un altro giro di smorfia vol.1” è un passo bendato nel buio. È la mano che mescola i numeri dentro al sacco, guidata dal sogno o dal terrore. Una volta estratto il numero, la mano rivelerà quale dei due avrà tirato i suoi fili.
Talvolta il sogno, talvolta il terrore.
E la mano continuerà a mischiare ed estrarre, finché i numeri non avranno fine.
Ma, nel frattempo, quante storie inquietanti e affascinanti saranno emerse?
Tania Dejoannon afferra i numeri della smorfia napoletana e ce ne serve 11 in “Un altro giro di smorfia vol.1”. Attraverso una sapiente proprietà di linguaggio e uno stile scorrevole che ben si adatta al registro di ogni storia, l’autrice ci avvolge con una coperta ammantata d’oscurità. Ci fa scontrare con orrende verità, con grandi paure, con atroci sofferenze. Poi gira la coperta, e quella stessa oscurità la trasforma in un malinconico abbraccio. È lì che, in mezzo al buio, vengon fuori storie macabre o spaventose, ma dalle note agrodolci. È lì che l’autrice dà il meglio di sé.
“Un altro giro di smorfia vol.1” è una raccolta di racconti dalle tinte dark, in cui la razionalità va messa a tacere. Per questo ho deciso di associarvi la Runa Laguz: con essa, dalla coscienza tra uomini si passa a quella cosmica, in cui bisogna zittire il raziocinio per connettersi con la Mente Universale. Laguz si riferisce a Dio, alla Fonte, eppure ho deciso di associare questa Runa al libro della Dejoannon perché ho voluto porre l’attenzione sulle sue interpretazioni relative all’occulto, al mistero, ai sogni, alle paure dei propri istinti. Tutti concetti che in questa raccolta di racconti troviamo ampiamente. E sebbene alcune delle storie narrate non mi abbiano coinvolta molto, altre, come “La Bambina” o “La Mano”, hanno lasciato il segno.
Quali dei concetti legati a Laguz avrò trovato in quei racconti?
Ti basterà lasciarti avvolgere dall’oscurità per scoprirlo.
Se le mie parole ti hanno incuriosito, ti invito ad acquistare una copia di “Un altro giro di smorfia vol.1” su Amazon e conoscere anche tu le sue inquietanti storie!
Buona lettura, che i tuoi sensi possano essere sempre vigili e aiutarti a captare il pericolo. Dentro e fuori di te.